Il Duetto tra l’Anima e Gesù Cristo
Un piccolo capolavoro
Dice il Tannoia nella biografia di S. Alfonso: «Abbiamo tra le canzoni di Alfonso un duetto tra l’Anima e Gesù appassionato, che da’ Musici fe’ cantare per intermezzo tra il Catechismo e la Predica, allorché in Napoli diede gli esercizi nella gran chiesa detta la Trinità de’ Pellegrini».
Lo fece eseguire nel 1760. Sul frontespizio scrisse: Duetti tra l’Anima e Gesù Cristo. Con violino. – Di questa operetta – chiamata anche Canto della Passione – abbiamo fortunatamente l’originale, trascritto, per volere dell’autore, da un amanuense anonimo, probabilmente un suo confratello; il quale, dopo le ultime battute dell’ultima pagina, ha aggiunto: «Nel tempo medesimo, che lo scrittore prega il Padre Rettore per un benigno perdono, gli chiede la S. Benedizione».
I critici hanno giudicato quest’opera un piccolo capolavoro; critici musicali noti.
Max Dietz, professore di estetica musicale e di storia della musica all’Università di Vienna, nel 1895 scrive: «Questo recitativo e duetto rivelano l’impronta indelebile di quello stile musicale napoletano che raggiunse il suo massimo splendore nella scuola del compositore Leonardo Leo (1694-1744). A volte si avverte la parentela spirituale con G.B. Pergolesi e con L. Vinci, ma in genere prevale decisamente lo stile di Leo che, tra i contemporanei, emerge come maestro di composizione. Comunque, anche se risente lo stile del tempo, la composizione di sant’Alfonso mostra una innegabile originalità e un’inventiva propria… In quest’opera risplende in maniera eccellente l’arte con cui vengono sviluppati con chiarezza concetti distinti secondo la propria natura, ma organicamente raccordati da un flusso musicale unitario. Se nel duetto, dal canto molto fluido, si sprigiona un talento melodico eccezionale, nel recitativo meraviglia la straordinaria potenza espressiva con cui si esprimono sentimenti altamente drammatici. (Prefazione all’edizione tipica del Duetto curata da Joseph C. Heidenreich, cssr, stampato a Vienna)
Angelo Tonizzo, musicologo dell’800, dice: «E’ una musica scritta con mirabile chiarezza, per voci bianche, accompagnate da violino e da bassetto in cifra, che comincia con la declamazione a solo (recitativo) di una tenerezza indicibile, per poi assorgere al canto elevatissimo a due, e che riassume nell’infinita dolcezza di un celestiale amore l’eccelso dramma della divina Passione» (Secondo Centenario della nascita di S. Alfonso de Liguori, Roma 1896, p. 109).
Oggi il Duetto viene eseguito in molti luoghi, soprattutto in momenti celebrativi alfonsiani. – Qui viene presentato il video meditativo preparato dal redentorista Andrea Wodka. – Scarica o Vedi il video
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Conoscevo il testo. Ma la presente esecuzione musicale mi è sembtrata stupenda, braffinata e grandiosa nello stesso tempo, sapientemente mondata da quelle raffinatezze della cantata dotta dei sei- settecentisti fronzuti. Conserva un chè di popolare e a tratti fa pensare ai duetti d’amore mondani da Gluch a Mozart addirittura