29. IL DISPREZZO E L’ABBANDONO DI GESU’
Secondo il Bellarmino i disprezzi fanno soffrire gli spiriti nobili più dei dolori del corpo. Questi infatti affliggono la carne, mentre i disprezzi affliggono l’anima che, essendo più nobile del corpo, è più sensibile al dolore. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il personaggio più nobile del cielo e della terra, il Figlio di Dio, venendo nel mondo a farsi uomo per amore degli uomini, sarebbe stato trattato con vituperi e ingiurie, come l’ultimo e il più disprezzato tra gli uomini! (cf. Is 53,2-3).
Il Redentore subì affronti perfino da parte dei suoi discepoli. Uno di essi lo tradisce e lo vende per trenta denari. Un altro lo rinnega più volte, dichiarando pubblicamente di non conoscerlo, mostrando così di vergognarsi di averlo conosciuto. Gli altri discepoli, poi, nel vederlo arrestato e legato, fuggono e lo abbandonano: Allora i suoi discepoli, abbandonandolo, fuggirono (Mc 14,50).
Abbandonato mio Gesù, chi prenderà le tue difese, se al momento della tua cattura i tuoi amici si allontanano e ti abbandonano? E questo disonore purtroppo non finì con la tua passione. Tante persone, dopo essersi dedicate alla tua sequela e dopo essere state favorite da te con molte grazie e speciali segni di amore, spinte poi da qualche passione, da un vile interesse, o dal rispetto umano, o da un piacere impuro, ingrate ti lasciano! Chi si ritrova nel numero di questi ingrati pianga dicendo: “Mio caro Gesù, perdonami. Io non voglio più abbandonarti; voglio perdere la vita e mille vite, piuttosto che perdere la tua grazia”. (Amore delle Anime, VII,1-2).