Dio ha dato prova della sua potenza

6. Dio ha dato prova della sua potenza

E il Verbo si è fatto uomo (Gv 1,14). Il Signore mandò sant’Agostino a scrivere sul cuore di santa Maria Maddalena de’ Pazzi queste parole: Il Verbo si è fatto uomo[1]. Preghiamo Dio di illuminare la nostra mente per farci comprendere quale eccesso e quale pro­digio di amore sia stato il fatto che il Verbo eterno, il Figlio di Dio si è fatto uomo per nostro amore. […] Se Dio avesse creato altri mondi, mille volte più grandi e più belli di questo, è certo che si tratterebbe di un’opera infinitamente minore dell’opera dell’Incarnazione del Verbo.

Ha spiegato la potenza del suo braccio (Lc 1,51). Nell’opera della Incarnazione fu necessaria tutta l’onnipotenza e la sapienza infinita di un Dio, per fare in modo che la natura umana si unisse ad una persona divina, e che una persona divina si umiliasse a prendere la natura umana. Così Dio diventò uomo e l’uomo diventò Dio e, per l’unione del Verbo divino con l’anima e il corpo di Gesù, diventarono divine tutte le azioni di questo Uomo-Dio: le sue orazioni, i patimenti, i vagiti, le lacrime, i passi; divennero divine le sue membra e il suo sangue, che poi sarebbero divenuti lavacro di salvezza e di purificazione dai nostri peccati e sacrificio d’infinito valore che avrebbe placato la giusti­zia del Padre giustamente sdegnato con gli uomini.

Gli uomini non sono altro che delle misere crea­ture, ingrate e ribelli. Eppure per essi Dio si fa uomo, si sottopone alle miserie umane, patisce e muore per salvare questi indegni! Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce (Fil 2,8).[2] Se la fede non ce ne desse la certezza, chi mai potrebbe credere che un Dio d’infinita maestà si sia abbassato e umiliato fino a diventare un verme come noi, per salvarci a costo di tante pene e ignominie e di una morte così spietata e vergognosa? “Quale grazia, quale potenza dell’amore!”, esclama san Bernardo. E’ stata una grazia che gli uomini non avrebbero mai potuto neppure immaginare, se Dio stesso non avesse pensato di accordarcela! E’ stato un amore divino che non si potrà mai comprendere.

Preghiera 

Anima, corpo e sangue del mio Gesù, io vi adoro e vi ringrazio. Voi siete la mia speranza, siete il prezzo pagato per riscattarmi dall’inferno, tante volte da me meritato. Mi spetterebbe una vita infeli­ce e disperata per sempre, se tu, mio Redentore, non avessi pensato a salvarmi con le tue sofferenze e con la tua morte. Sapendo ciò, le anime da te redente con tanto amore come possono vivere senza amarti, e disprezzare la tua grazia, che tu con tanti stenti hai loro procurato? E io non conoscevo, forse, il tuo amore? Allora come ho potuto offenderti, ed offenderti tante volte? Ma il sangue tuo è la spe­ranza mia. Comprendo, mio Salvatore, il grande torto che ti ho fatto. Oh, fossi morto prima di offenderti! Quanto vorrei averti sempre amato! Tuttavia ti ringrazio perché mi dai il tempo di farlo. […]

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da Novena del Santo Natale, Avvento, 2

Schmalzl M., Il Re Davide. - Particolare dell'Ultima Cena 1884 (Raccolta Marrazzo).

 


[1] Le parole “Verbum caro factum est” le vennero scritte sul cuore la sera del 24 marzo 1585. Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (Firenze 1566-1607) divenne Carmelitana a sedici anni. Nella sua vita fu provata da malattie, tentazioni e aridità di spirito, ma fu anche favorita da Dio con numerose estasi. Le rivelazioni di esse, per ordine dei confessori, venivano scritte durante il rapimento e la Santa poi ne rivedeva e correggeva il resoconto. Esse formarono cinque libri manoscritti, che ebbero un grande influsso nella storia della spiritualità.

[2]In quasi tutte le meditazioni dell’Avvento e di Natale, sant’Alfonso contempla l’incarnazione di Gesù legata al mistero della sua passione e morte. Per il Santo, Gesù fin dalla sua nascita si comporta da Redentore che, con il suo abbassamento e le sue sofferenze, espia i nostri peccati e ci salva. Del resto anche gli esegeti moderni vedono nei Vangeli dell’infanzia di Gesù un’anticipazione della sua Passione.