P. Giovanni Battista Di Costanzo (1743-1801) – Italia.
Il P. Giovanni Di Costanzo nacque a Casamicciola, nell’isola d’Ischia, il 20 aprile 1743; professò nel nostro Istituto il 15 maggio 1760; fu testimone nel processo della canonizzazione di S. Alfonso, e morì il 20 ottobre 1801.
Giovanissimo si sentì chiamare alla vita missionaria dei Redentoristi, che operavano prodigi nel Regno di Napoli. Nel 1758 indirizzava al proprio vescovo la seguente supplica:
« Ill.mo e Rev.mo Signore, Giovan Battista di Costanzo del casale di Casamicciola con suppliche reverentemente rappresenta alla V. S. Ill.ma, e Rev.ma, come avendo risoluto abbandonare il mondo, e totalmente applicarsi al servizio di Dio, ha disposto però ritirarsi nella Congregazione del ss.mo Salvatore fondata dal P. D. Alfonzo de Liguoro, ivi attendere anche alli studi per ascendere allo stato ecelesiastico sacerdotale, e perché non può vestirsi del abito talare senza l’espressa licenza di V. S. Ill.ma e Rev.ma, la supplica intanto degnarsi concederli la licenza di potersi vestire del abito talare, per indi poi ascendere alla prima chierical tonsura, ed indi all’ordini ulteriori, e Sacerdozio, tanto da servire magiormente al Signore Dio, come ben anche per essere suddito di V. S. Ill.ma e Rev.ma, e lo riceverà a grazia, qua Deus, etc. ».
« Si concede all’oratore vestire l’abito ecclesiastico persistendo in detto venerando monistero per il suo santo fine, e non altrimenti ».
Dato in Ischia dal Nostro Palazzo Vescovile questo dì 13 novembre 1758
Felice Amato vescovo d’Ischia
S. ALFONSO, anno 1941, pag. 73.
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- Confidente di S. Alfonso circa la sua giovinezza = “Alfonso dichiara ai suoi direttori spirituali Andrea Villani e Giovanni Battista Di Costanzo riguardo a queste serate mondane di teatro: “Mio Padre mi ci portava, e quella non mancava di farmi finezze; ma io, grazie a Dio, non ci feci un peccato veniale”.
- Professore allo studentato = Nel 1780, dopo la divisione causata dal Regolamento; i giovani continuavano fortunatamente ad entrare, ma mancavano i maestri nello studentato, finché il P. Giovanni Battista Di Costanzo, a differenza di altri, accettò a 38 anni di lasciare le missioni per diventare “ lettore ” di filosofia e di teologia 7 a Deliceto.
Nel 1782 Alfonso scrive al P. Di Costanzo: “In quanto poi alla teologia, quando sarà tempo, non vi partite da Abelly. Mgr Torni faceva gran conto di Abelly, mentre questo autore si spiega chiaramente e con molta distinzione e brevemente…”.
- La Madonna nella grotta di Scala = È viva la tradizione scalese secondo la quale Alfonso vi avrebbe visto la Vergine. Ad essa è da ricollegare la confidenza dello stesso Santo, raccolta il 19 ottobre 1786 e subito annotata dal P. G. B. Di Costanzo suo ultimo confessore: “Allora il Servo di Dio acceso di volto mi disse: – Senti, io quando ero giovane ci parlavo spesso colla Madonna, mi ci consigliavo per tutte le cose della Congregazione...” – E nella sua vecchiaia lo sentirà alle volte ricordare a voce alta: “Oh grotta mia: oh grotta mia: oh potessi godere di questa grotta”.
da “Il Santo del secolo dei Lumi” di Th. Rey-Mermet