Di Costanzo Giovanni Battista redentorista

P. Giovanni  Battista Di Costanzo (1743-1801). – Italia.

P. Giovanni  Battista Di Costanzo (1743-1801).

Nacque il 23 Aprile 1743 a Casamicciola nell’ Isola d’ Ischia. Entrato nella Congregazione, fu ammesso alla professione il dì 15 maggio 1760. Ebbe la consolazione di esser testimone nel Processo di Beatificazione del nostro Santo Fondatore. Finì di vivere nella casa di Pagani il 20 Ottobre 1801.

S. Alfonso, il 26 novembre 1781 lo loda per la prontezza nell’ accettare un impiego, rifiutato dagli altri, dei quali si lamenta: «Padre D. Giovanni mio carissimo, credo in Gesù Cristo che vi paghi la consolazione che mi avete fatto sentire per avere accettato l’ impiego di lettore di filosofia».

Il 17 gennaio 1782 gli scrive: «Mi son consolato in sentire che avete cominciato lo studio della filosofia, e che gli studenti sanno bene intendere la lezione vostra. «Io spero che le vostre lezioni apporteranno maggior profitto agli studenti presenti che agli altri passati, perché saran fatte con maggior ordine. Seguitate per ora ad assistere con fervore, e ve li raccomando. Vi benedico con tutti».

Il 7 luglio 1777 S. Alfonso gli raccomandava la pace dicendo:

«Don Giovanni mio, vi raccomando, quanto posso, a mantenere la pace. Quando vedete le cose che non vanno a genio vostro, è meglio cedere, benché la cosa riesca di minor profitto in quanto al temporale, che rompere la carità con detrimento del bene spirituale. «Sto leggendo la Vita di S. Ignazio, il quale puniva con gran rigore quei che rompevano la pace e la carità.
Io so che amate la Congregazione; se l’ amate, amate la pace. E torno a dire, scrivetemi nei punti più importanti: perché spero a Dio di rimediare a tutto, e sappiate che io vi amo e vi stimo».
(Lett. II- 440).

Sembra che il Santo, in seguito di alcune dicerie, credeva alterata la concordia fra il P. De Paola ed il P. Di Costanzo.

Scrive il Padre Blasucci al S. Alfonso in una lettera del 15 luglio di quest’ anno 1777:

«Mi accenna V.S. Ill.ma nella sua ch’ è venuto il P. Lauria per ritornarsene a Girgenti dopo ristabilito, e niente altro.
«Sento all’ incontro, da altro canale, che i Girgentini le fanno delle premure che mi rimandasse, e che V.S. Ill.ma siasi obbligato di parola col Signor Ciantro di rimandarmi a Girgenti nel venturo settembre.
Questa notizia è capitata ai Padri De Paola e Di Costanzo, li quali me l’ assicurano. Ciò posto e supposto come vero, io le appaleso ingenuamente i miei sentimenti per lo bene di questa nuova fondazione di Frosinone. Verificandosi la mia partenza per la Sicilia, stimo necessario che non altro si deputi Rettore di questa casa che il P.De Paola, e ministro il P. Di Costanzo.
Questi due soggetti, che sono stati i primi a pigliare questa fondazione, vi hanno tutto l’ amore e l’impegno di portarla avanti; hanno abilità ed efficacia di vantaggiarla, credito e stima presso tutti e specialmente presso la gente civile.
Le dico la verità: ciò che si è fatto, così in Roma per le bolle e per la lite, come circa la fabbrica, tutto si è fatto da loro e si è fatto bene; io sono stato semplice testimonio di veduta e lo sarei, se seguitassi a starvi.
L’ assicuro inoltre che, in questi 10 mesi della mia dimora qui, non ho veduto tra Costanzo e De Paola quelle scissure e discordanze di parere, che si diceano per l’ addietro, ma pace, unione e fratellanza tra di loro. Né De Paola, nè Costanzo, li vedo entrambi nel pensare; e se qualche volta discordassero, hanno l’ uno e l’ altro virtù di cedere. Questa è la verità.

«Le scrivo ciò, acciocché non dia qualche passo  che sconcertasse tutto l’ affare, posta la prevenzione che non si accordano tra loro De Paola e Costanzo. Questi due soggetti, non solo utili, ma necessarii a quest’ opera, bisogna con lettere animarli, compatirli per li grandi incomodi che soffrono, e gradire la loro cooperazione, perché lo vuole Dio e la giustizia.

Mi ho preso questa confidenza d’ insinuarle questi miei sentimenti; perché altro è vedere le cose, altro udire chi parla e chi scrive, esagerando le minuzie. Prima di vedere e toccar le cose colle mani, io medesimo avea prestato fede alle dicerie contro il mal umore di Paola e di Costanzo; perché l’ avea inteso, non veduto. Ora sento l’ opposto per la verità e l’ informo, come la sento avanti a Dio ecc…»

Il 7 luglio 1777 S. Alfonso scriveva a Padre De Paola in Frosinone:

«…. Ho inteso che il P. Costanzo, a settembre, vorrebbe accompagnarsi col Padre Blasucci per andare in Girgenti. Io non ho questo pensiero di far ritornare, almeno per ora, il P. Blasucci in Sicilia; e tanto meno ho pensiero di mandarvi il P. Costanzo, il quale desidero che si trattenga in Frosinone, dove è più utile che in Girgenti…
Io penso che il P. Costanzo avrà detto quella parola per qualche disgusto passato con V.R.  Pertanto la prego a trattarlo con tutta la dolcezza nelle cose di contrario parere, ed in tal caso di rimettervi al P. Blasucci…».

Nel Capitolo Generale del 1793 P. Di Costanzo fu nominato Consultore Generale del Rettore Maggiore P. Blasucci. Nel luglio del 1796 fu fatto rettore di Pagani. Suoi Consultori furono P. Mansione C. G. e Padre Pietro Volpicelli, l’ Ammonitore P. Filippo Colombo. Durante la sua gestione coprì il  Refettorio e rizzò le mura del Quartino soprastante, e riformò la Biblioteca.

L’ anno 1797 nei Processi di Beatificazione di S. Alfonso dice:

«La prima volta, che ebbi la sorte di sentire il nome del Servo di Dio Alfonso Maria de Liguori fu per mezzo di un Fratello Laico per nome Gaetano Sprigna della stessa nostra Congregazione in quel tempo che se ne uscì, 1758. – Mi ritirai in questa casa di S. Michele con una lettera raccomandatizia del mio Vescovo D. Felice Amato, e questo fu ai 2 novembre 1758. – «Quale Confessore del Servo di Dio posso attestare che possedè in un grado eroico tutte le virtù, sì teologali, che cardinali».

Un giorno S. Alfonso disse: «Ne’ Padre Costanzo, hai veduto come si vota tunno lo Padre Garzillo quanno dice la santa Messa ? quant’ anni have ?» Udito ch’ era di maggior età di lui, univa le mani e chinava la testa.

A pagina 287 dei Processi il P. Di Costanzo  dice: «So dalla confessione fattami dal medesimo Servo di Dio un anno quasi avanti della sua morte, dopo aver terminato la sua confessione con me, domandatolo io se avesse desiderio in morte di vedere Maria SS. e da essa essere assistito, mi rispose: Come vuol venire a me Maria SS. che sono gran peccatore. Senti, io quando ero giovane ci parlava spesso colla Madonna, mi ci consigliava per tutte le cose della Congregazione. Mi diceva tante belle cose.»

La Comunità a suo tempo si componeva del R.M. Blasucci, Rettore Di Costanzo, Ministro P. Gabriele Maiorini, Domenico Corsano, Nicola Grosso, Giuseppe Melchionna, Lorenzo Negri, Nicola Mansione, Giuseppe Pavone, Filippo Colombo, Bartolomeo Giordano, G. Gaetaetano Cardone, Vincenzo Antonio Giattini, Leopoldo Briscione, Pietro Volpicelli di Sarno, Santoro, Ferraiolo, Palese, più 4 Studenti, 3 Novizi: Silvestro Izzo, Modestino De Conciliis, e 10 Laici: Leonardo Cicchetti, Francesco Antonio Romito, Teodosio Flumerè, Saverio D’ Auria, Raffaele Daniele, Innocenzo Franchini, Alessio Pollio, Luigi Longobardi, Gabriezle Panza.

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Profilo tratto da
Biografie manoscritte del P. S. Schiavone
– vol.1 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.

P. Giovanni  Battista Di Costanzo, nativo di Ischia, fu molto vicino a S. Alfonso: lo assistette nell'ora della morte porgendogli a bacia l'immagine della Madonna e fu testimone prezioso ai Processi di beatificazione.
P. Giovanni Battista Di Costanzo, nativo di Ischia, fu molto vicino a S. Alfonso: lo assistette nell’ora della morte porgendogli a bacia l’immagine della Madonna e fu testimone prezioso ai Processi di beatificazione.

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