D’Elia Raffaele redentorista

P. Raffaele D’Elia (1873-1951) – Italia.

La mattina del 28 gennaio 1951, nella nostra casa di Tropea, rendeva la sua bell’anima a Dio il P. Raffaele D’Elia, dopo aver sopportato con santa rassegnazione, per ben due lunghi mesi, la sua penosa infermità.
Quattro giorni prima del decesso perdette quasi la parola, ma fino all’ultimo istante ebbe lucidità di mente.
Il penultimo giorno un blocco renale con febbre fu causa di un collasso cardiaco che ne accelerò la fine. Da se stesso chiese gli ultimi Sacramenti e mentre la Comunità genuflessa intorno al suo letto pregava volò al cielo.
Era nato a Sorbo Serpico il 12 aprile 1873; emise i voti nella nostra Congregazione il 5 aprile 1890; fu ordinato sacerdote il 4 giugno 1896.

Vero figlio di S. Alfonso nell’Apostolato Missionario fu divorato da zelo instancabile e percorse quasi tutti i paesi e le città dell’Italia Meridionale annunziatore fedele della parola evangelica e ministro della Grazia divina. Ovunque le innumerevoli anime che rigenerò alla vita cristiana e guidò per la via della perfezione gli conservarono sempre inalterata la stima e la riconoscenza.

Amantissimo della sua vocazione religiosa godeva parlare ai giovani Redentoristi dei vecchi Padri, delle antiche costumanze e delle eroiche gesta della Congregazione.

Uomo di grande prudenza disimpegnò con rara abilità e sempre con dignità e decoro i vari delicati incarichi affidatigli.
Per 20 anni fu accanto ai Superiori quale loro Consultore per assisterli nel governo e nel disbrigo degli affari. Per 27 anni come Superiore fu a capo delle diverse Comunità, che resse con amore, tutelando e promovendo sempre lo spirito dell’Istituto.
A lui e al suo amore per la Congregazione dobbiamo se, non ostante tutti i contrasti e gli intrighi, nel 1909 poté essere riscattato lo storico Collegio di S. Angelo a Cupolo.
La nascente fondazione del Collegio di Scala fu nel 1930 a lui affidata, ed egli seppe conciliare alla nuova Comunità la stima della cittadina e della intera diocesi.

Della sua vasta esperienza approfittavano i suoi Confratelli, i vari monasteri e le famiglie religiose che lo avevano conosciuto: anche degli eccellentissimi Vescovi si onoravano della sua amicizia e a lui ricorrevano come a consigliere illuminato e prudente. Il suo nome è in benedizione presso quanti lo hanno avvicinato.
La città di Tropea ha reso al veneratissimo Padre una testimonianza di cordoglio grandiosa e commoventissima.

Il Cronista Provinciale
S. ALFONSO, anno 1951, pag. 35.

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Altro Profilo 

Il giorno 28 gennaio 1951, amorosamente assistito dai Padri Santonicola e Ruggiero e da Fratello Alfonso, si addormentava nel Signore serenamente il P. Raffaele D’Elia.
Vedeva giorno per giorno venir meno le sue forze; vedeva, per il male che lo tormentava, i suoi giorni finire, ed egli si preparava al grande passo con tranquillità e pacatezza di animo.
Da tempo il suo stomaco non riteneva più niente, per cui, come ingeriva cosa alcuna, così la rigettava. Che abbia avuto un male vero e specifico non si può dire, ma una congerie di tanti mali lo hanno portato alla tomba.
Soffriva intensamente, ma non lo mostrava all’esterno; non aveva febbre; nessuna frustrazione.

Quattro o cinque giorni prima del decesso, avvertiva la lingua come se fosse inceppata; difatti, dopo qualche giorno, perdette la favella, ma ebbe lucidità di mente fino all’ultimo istante.
Il penultimo giorno ebbe blocco renale con febbre, e un collasso cardiaco accelerò la sua morte. Da sé chiese e volle gli ultimi Sacramenti e, mentre la comunità genuflessa al suo letto pregava, volò al cielo.
Composta la salma, fu prima posta nella camera ardente e poi trasportata in chiesa, ove Padri e popolo si alternavano in preghiera.
Al nostro cordoglio prese parte tutta Tropea: i Frati Minori coi loro chierici, il Capitolo Cattedrale, il Seminario, le Suore e i vari Istituti di beneficenza. Parteciparono inoltre le Scuole tutte con a capo il Preside, l’Arma dei Carabinieri, il Corpo delle Guardie Civiche, la Sindaco con la Giunta Municipale. E inoltre le Congreghe del Purgatorio e di S. Giuseppe, il Terzo Ordine Francescano, e l’Associazione della Madonna del Perpetuo Soccorso e di S. Alfonso.
Tutti accompagnarono la salma fino al Cimitero ove, tra le lacrime di tutti, fu tumulata in un loculo offerto dalla Congrega di S. Giuseppe.

P. Francesco Minervino
Procuratore Provinciale

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Profilo tratto da Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino,
Pompei 1985

P. Raffaele D’Elia, redentorista di grande prudenza, disimpegnò con rara abilità e sempre con dignità e decoro i vari delicati incarichi affidatigli. Fu superiore di diverse Comunità, che resse con amore, tutelando e promovendo sempre lo spirito dell’Istituto.
 

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