(◊ in Francia) Fratello Valentin Alfred Delattre (1888-1914) (Ω in Francia)
Fratello Valentin Alfred Delattre. Ospedale di Nevers, 1914.
morto nella guerra del 1914.
Fratello Valentin, nato a Leers, dipartimento del Nord, il giorno 8 dicembre 1884, era nel numero dei Redentoristi che accorsero da Fauquemont per ubbidire all’ordine di mobilitazione del 2 agosto 1914.
Vivace ed indipendente per natura, doveva controllarsi per restare calmo. Da buon religioso, si perfezionava sempre più su questo punto e si rendeva conto dei pericoli a cui avrebbe potuto esporlo questa sua naturale tendenza.
Per il resto era di solida pietà, e a sera, finito il lavoro, non trovava gioia più dolce che restare in cappella a recitare numerose preghiere.
Prima di lasciare il convento per andare in aiuto della patria, offrì a Dio il sacrificio della vita per la Chiesa, la Francia, e raggiunse la sua unità militare a Saint-Quentin. Non deviò dal suo percorso per dire un arrivederci o piuttosto un addio alla famiglia. Si accontentò di una lettera che spedì dalla posta con cui diceva. «È volontà di Dio: partiamo allegramente!».
Allegria ed entusiasmo, impreziosito da profondo spirito religioso: tale era la sua fisionomia. Soffriva molto la marcia a causa della pinguedine e di un difetto cardiaco; non si lamentava mai e diceva: «Non voglio distrarmi: dopo aver fatto i miei esercizi di pietà; non posso fare di meglio se non pregare per quelli che non sanno pregare».
Raggiunto di una sinovite alla gamba sinistra, fu mandato nelle retrovie. Meno di quindici giorni dopo, ripartì per il fronte, al combattimento di Sillery (Marna). Diceva ancora: «Dio veglia su di me, niente viene senza che lo voglia. Mi affido a lui».
Un proiettile lo raggiunse alla testa. Lasciato sulla strada per Nevers, fu ricoverato all’ospedale delle Suore della Carità. Le ferite lo facevano soffrire terribilmente, e poiché si indeboliva di ora in ora, gli fu amministrata l’Estrema unzione dal cappellano: morì pregando.
Un religioso Assunzionista ha detto di lui: «Mi porto sempre un commosso ricordo, misto a dispiacere, per questo caro compagno dall’anima così bella e dal cuore d’oro, amico delicato e sincero, sempre uguale a se stesso, pieno di allegria, sorridente tra le privazioni e le sofferenze giornaliere».
Sembra che Dio avesse voluto glorificare il suo servo fedele. Sconosciuto a Nevers, ebbe numerosa partecipazione al funerale.
Il curato di Leers (Nord) suo villaggio natale, fece questo bell’elogio: «Possa questo religioso, morto da soldato, fare comprendere a tutti che la religione è sorgente feconda di vero patriottismo, e sotto la tonaca del monaco, pulsano cuori ardenti per la Francia» —”Dabit vobis mercedem vestram in tempore suo.” Eccli. 51, 38.
Professione 5 maggio 1911.