(◊ in Belgio) Card. Victor Dechamps (1810-1883) (Ω in Belgio)
Sua Eminenza il Cardinale Victor Dechamps, Malines 1883
Arcivescovo di Malines, Primate del Belgio.
Il P. Victor Dechamps, originario di Melle, vicino Gand (Belgio), nacque il 6 dicembre 1810 ed entrò nella Congregazione nello stesso tempo in cui entrò il celebre P. Bernard, olandese.
Nel 1830, dopo brillanti studi, divenne pubblicista. Nel 1831 assisteva all’entrata trionfale del re Leopoldo nella sua capitale. All’entusiasmo del popolo fece seguito il silenzio e la solitudine, ed il giovane si domandò intimamente: «Tutto è solo vanità; voglio servire la causa eterna ed il Re che non passa».
L’anno seguente, era in seminario, leggeva con soddisfazione la Pratica di amare Gesù Cristo e le Glorie di Maria di sant’Alfonso. Un giorno meditava il testo del santo Dottore sull’invocazione delle litanie “Janua coeli” (porta del cielo); sentì una voce interiore: la vita religiosa sarebbe stata per lui la porta del cielo.
Diventato sacerdote, bussava alla porta del convento di Saint-Trond, quando gli occhi incrociarono questa iscrizione: «Mater Dei, sis intranti janua coeli»: o Madre di Dio, siate la porta del cielo per colui che entra in questo luogo. Maria l’aveva condotto alle porte della salvezza. Il giovane sacerdote diventò l’apostolo dei ceti sociali elevati, come il P. Bernard fu l’apostolo del popolo.
Alla predicazione unì numerosi ed eruditi scritti, l’apologia della religione. Pio IX che aveva avuto molte volte l’opportunità di apprezzarne il valore, fece passare l’umile religioso dalla cella al vescovato di Namur, da Namur all’arcivescovado di Malines, dove lo rivestì della porpora cardinalizia.
Semplice religioso, professore di Teologia e di Sacra Scrittura, Rettore delle case di Liége, Tournai e Bruxelles, Provinciale della Provincia belga, Vescovo, Arcivescovo, Cardinale, Monsignor Dechamps si è mostrato costantemente e dovunque vero discepolo di sant’Alfonso.
Al Concilio Vaticano fu il campione e l’infaticabile assertore dell’infallibilità pontificia. Pubblicò l’ultima lettera pastorale per raccomandare ai fedeli la devozione al santo Rosario, e morì un sabato, festa di san Michele, all’età di settantatre anni, dopo quarantasette anni di professione religiosa, diciotto anni di episcopato ed otto anni di cardinalato.
Fu membro della Congregazione dei Vescovi e Regolari, del Concilio, dell’indice e di Propaganda.
Nell’ordine civile fu grande-ufficiale dell’Ordine di Leopoldo e croce al merito dell’ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Le opere del cardinale Dechamps sono raccolte in diciassette volumi. Queste numerose pagine rivelano il cuore e lo zelo del Cardinale e ci rivelano il pensiero predominante per la composizione delle sue opere. Come egli stesso dice, non ha scritto un rigo per scrivere, ma per convertire ed edificare.
Papa Leone XIII gli scrisse: «Queste opere che attestano di voi la scienza e l’attività del sacerdote, del missionario e del vescovo nel compimento dei doveri, supereranno i limiti di un uditorio particolare e di un solo popolo, per servire il bene comune della Chiesa».
«Qui fecerit et docuerit, hic magnus vocabitur in regno coelorum». Mt. 5, 13.
P. SAINTRAIN. Vita del Cardinale Dechamps.
Professione í 13 giugno 1836.
Ordinazione sacerdotale: 20 dicembre 1834.