Chierico Nicola De Sanctis (1818-1834) – Italia.
Il servo di Dio Nicola De Sanctis nacque a Castelgrande, il 30 gennaio 1818, dal dott. Pietro e da Masi Maria Michela, e fu rigenerato al sacro fonte il giorno seguente, coi nomi di Nicola, Domenico, Potito.
I genitori, presaghi che un dono particolare era loro piovuto dal Cielo, riversarono le più tenere cure sulla loro creaturina che, fin dai primi anni, fu come un fiore che fa pompa della sua bellezza e dei suoi profumi.
I parenti, che non sapevano contenere la gioia per la saggezza precoce del caro figliuolo, ringraziavano il Signore di un tanto dono, e lo pregavano di conservarlo buono e lungamente al loro affetto. Ma essi stessi prevedevano che questo fragile fiore non sarebbe rimasto a lungo sulla terra piena di miasmi che ne disperdono il profumo. Si vedeva spesso interrompere gli allegri giochi giovanili, e invitare i compagni alla preghiera, al canto di sacre lodi.
D’ingegno vivo, si distingueva tra i compagni per perspicacia di intuizione. Spesso si recava colla mamma alla chiesa rurale di S. Maria di Costantinopoli a scrutare, nel sorriso di quella Vergine, dove egli doveva indirizzare i suoi passi e, tra il digiuno e la mortificazione, sentiva che non poteva ingannarsi sulla vocazione.
I Padri Redentoristi, che avevano predicata la missione a Castelgrande, lo attraggono, lo avvincono; e, l’8 novembre 1832, entra come novizio a Ciorani tra i figli di S. Alfonso, ove ha la fortuna di avere a maestro di spirito P. Giuseppe Papa, eccellente modello di virtù.
Compiuto l’anno di noviziato, tra la più grande ammirazione, per i progressi fatti nella virtù e nella santità, passò a Deliceto, ove si applicò allo studio con tale ardore che, mentre la sua mente si inebriava e si arricchiva di nuove cognizioni, la sua anima si elevava a Dio.
Fu tutta particolare in lui la devozione verso la Madonna che, succhiata insieme col latte, incessantemente brillò di luce viva, formò il palpito più ardente nel suo cuore, il fiore più olezzante della sua pietà. n suo occhio, per il continuo mirare il cielo, aveva una espressione contemplativa; le sue parole rivelavano che egli aveva una virtù in grado eminente; il suo atteggiamento era come di un assorto, di un alienato di sensi.
Vedeva Dio in tutte le cose che lo circondavano; ascoltava Dio in tutti i suoni che udiva; i fiori, gli uccelli e le stelle erano tante voci che lo invitavano a fissare il cielo. La terra non era per lui; questo fiore, che profumava la Congregazione Redentorista, era destinato ad appassire e morire, era destinato ad essere trapiantato presto nelle aiuole del paradiso.
Aveva appena compiuto l’anno sedicesimo della sua età, quando è colpito da malessere generale. Nonostante le cure intense che gli son prodigate, Nicola peggiora e, nell’aggravarsi, è come preso da vaghezza di potersi trovare nel giorno consacrato ai Dolori di Maria, lassù con lei.
Il P. Ignazio Sortino, suo confessore, e altri due Padri, che amorosamente lo assistono, veggono che Nicola apre spesso gli occhi ridenti e luminosi e pare che parli colla bella effigie della Vergine che adorna la sua cameretta. Atteggia spesso il labbro al sorriso; fissa estatico la sua cara Madre Maria, quasi in attesa di un gesto; chiude gli occhi e reclina dolcemente il capo.
È il 20 marzo 1834, vigilia dell’Addolorata. Asserirono i detti Padri che visibilmente la Vergine lo abbia assistito.
Sac. Giuseppe De Masi arciprete. di Castelgrande
S. ALFONSO, anno 1934, pag. 296.
______________
Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985
Altro Profilo
Nicola De Sanctis nacque a Castelgrande il 30 gennaio 1818 dal dott. Pietro e da Masi Maria Michele. Ripieno delle doti più belle di natura e di grazia, ben presto percorse a passi da gigante le vie della perfezione.
Suo pascolo la pietà, le sacre funzioni, il canto sacro; suo divertimento l’apostolato di bene tra i suoi coetanei, che vuole come sé, Serafini della Eucaristia e beniamini della Immacolata.
Puro e delicato, fiore protetto dalle spine della mortificazione e nutrito dalla linfa della carità, fu per tempo, dal celeste Agricoltore, trapiantato nella serra del noviziato Redentorista in Ciorani, il dì 8 novembre 1832, ove sotto la direzione del piissimo P. Giuseppe Papa, raggiunse le vette altissime della santità. Professò il 1° novembre 1833 a Ciorani.
Emessi i santi voti, intraprese a Deliceto con ardore lo studio delle scienze, con l’unico scopo di diffondere poi la luce e l’amore per l’universo. Ma, a 16 anni, fu da Dio giudicato già degno di assidersi alla sua destra con i Gonzaga, Kostka, Blasucci, Majella… nella gloria del cielo.
Assistito dai confratelli, con l’amore di una madre, munito di tutti i conforti religiosi, con lo sguardo fisso nella effigie della Vergine Immacolata, che visibilmente ne confortò gli ultimi istanti, volò agli eterni gaudi, il 20 marzo 1834, vigilia dell’Addolorata.
Venga presto il giorno della sua esaltazione agli onori degli altari.
Sac. Alfonso M. De Sanctis
S. GERARDO, anno XXXV, gennaio 1935, pag. 30.