P. Francesco Saverio De Leo (1728-1811). – Italia.
P. Francesco Saverio De Leo (1728-1811).
Nacque il 24 ottobre 1728 in Contursi.
Entrò in Congregazione nell’ anno 1747 e dopo 64 anni di vita religiosa passò alla beata eternità nell’ anno 1811 all’ età di 83 anni.
Nel 1756 insegnava la filosofia nel Collegio di Materdomini, e dovendo, dopo terminato il corso di filosofia, insegnare agli stessi studenti la teologia, sperava di potersi procurare dalla Francia un numero sufficiente di copie della teologia di Tournely.
Ma S. Alfonso, il 6 agosto 1756, scriveva così al rettore P. Caione: «Dite da parte mia al P. Leo, che si levi da capo di far venir da Francia il Tournely».
Però non furono defraudate le sue speranze, poiché i libri vennero, dietro preghiera del Santo, per mezzo di Giuseppe Remondini di Venezia, come consta da una lettera scritta a quel tipografo il 14 marzo 1757.
All’ età di 30 anni fu messo all’ insegnamento in luogo del dottissimo P. Alessandro De Meo e del Mùscari, essendo stato riconosciuto da S. Alfonso come il più dotto ed abile, buon religioso, eloquente missionario e adorno di tutte le qualità volute per coltivare le intelligenze che gli erano affidate.
Per ordine di S. Alfonso, il P. De Leo riprese a sua volta la composizione dei trattati dommatici, conformandosi per la sostanza come per la forma alle indicazioni precise del Santo Fondatore.
Dopo aver consultato alcuni autori rinomati come l’ Habert, il Contensone, il Petavio, il Tournely, il Gonet, il professore doveva comporre non già delle enciclopedie su ciascuna materia, ma delle Istituzioni contenenti le principali questioni con le loro prove più solide e le obiezioni più gravi, e tutto in uno stile conciso, ma chiaro e limpido.
«Quel che voglio, aggiungeva il Santo il 3 giugno e 15 luglio 1757, è che il P. De Leo fondi bene i dogmi, le distinzioni, i termini, e le questioni principali che si fanno tra gli Scolastici: questi si chiamano «Istituti» che son necesssari per predicare. Del resto, le altre cose ognuno le studierà da sé».
Riuscì il P. De Leo, meglio dei suoi predecessori, a contentare il nostro Santo ? Lo ignoriamo, poiché la sua opera non fu data alle stampe.
P. De Leo insieme al P. Bartolomeo Corrado il 9 giugno 1781 fu mandato a Roma da S. Alfonso per far conoscere a Pio VI l’ inganno fatto dal Maione, però i perfidi maneggi del Leggio mandarono a vuoto tutte le sue buone pratiche, e quindi dové far ritorno a Ciorani senza aver nulla conchiuso.
Infine, ebbe l’ onore di fare a Ciorani l’ orazione funebre al santo Fondatore, sette giorni dopo la morte, cioè il 7 agosto 1787.
Al Capitolo Generale del Settembre 1764 era presente qual rettore del collegio di S. Angelo a Cupolo ed aveva per compagno qual vocale eletto dalla sua comunità il P. Nicola Grosso. Morì a Ciorani il 23 gennaio 1811. Quivi si conserva il di lui ritratto con la seguente bellissima iscrizione:
«R. P. Francisc. Xav. De Leo, Contursensis, C. SS. R. alumnus in regulari observantia atque in omnibus moralibus virtutibus praesertim obedientia ac solitudine praeclarus. – In philosoficis ac Theolog. scientiis maxime peritus. In apostolicis laboribus quaerens salutem animarum nimium et strenue se exerenit. – «Post 64 annos Cong.nis, actatis suae 83, post gravem aegrotationem, 22 primi mensis, A.D. 1811, dulciter, animam D.no migravit».
(Berth. 638, 1088).
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte del P. S. Schiavone
– vol.1 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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