Chierico Francesco Saverio De Gattis (1737-1758) – Italia.
Studente Francesco Saverio De Gattis (Delli Gatti)
Era delicato di salute, come il suo compagno di noviziato Girolamo Ferrazzano sulla tomba del quale S. Alfonso scrisse: Morto da santo. E dopo due anni si meritò De Gattis il medesimo elogio.
Da bambino andava sempre scalzo: in un rigido inverno i suoi genitori gli misero le scarpe, ma il suo maestro, che l’ amava molto per la sua intelligenza e per il suo buon carattere, gliele fece levare col pretesto, racconta Francesco Saverio, che scalzi si impara meglio. Checché ne sia di questo metodo pedagogico, lo scolare fece rapidi progressi.
A 12 anni prese l’abito ecclesiastico, e voleva anzi farsi religioso; ma i suoi genitori vi si opposero formalmente. Condusse allora per due anni una vita assai dissipata, e trascinato dai cattivi compagni, si sarebbe forse perduto, quando i Padri del SS. Redentore dettero una missione a Nusco, sua città natale.
I primi giorni invece di andare alla predica, correva a divertirsi coi suoi camerati; ma poiché a casa gli domandavano quel che il predicatore aveva detto, si vide obbligato ad andare agli esercizi, almeno per qualche minuto. Le prediche gli piacquero, senza però far molta impressione sull’ animo suo.
Una sera dopo la predica, si diede la disciplina con gli uomini: mentre però si flagellava, i versetti del Miserere lo intenerivano fino alle lacrime. Il giorno dopo, uno dei suoi compagni parlandogli dei Missionari gli disse: «Son felici costoro perché sono santi e servono il Signore con tutto il cuore! E se andassimo con essi anche noi?»
Saverio non rispose, andò a confessarsi da uno dei Padri, che gli dette per penitenza di fare tutti i giorni della missione una visita di un quarto d’ ora al SS. Sacramento. E qui appunto l’ aspettava Gesù. Alla prima visita una voce interna gli disse con insistenza: «Lascia il mondo e parti coi Padri». Turbato, ma esitante, rispose: «Se un Padre si avvicina a me, io mi presento».
Aveva appena pronunziate queste parole che uno dei Missionari si pone accanto a lui. Tre volte vuole incontrarsi col Padre e tre volte indietreggia; ma infine vinto dalla grazia gli apre il cuore e domanda di essere ammesso al noviziato.
Il Padre rimette l’ esame della sua vocazione al giorno dopo, e il giovane tutto contento racconta la sua storia a quel compagno che il giorno avanti gli aveva proposto di partire coi Padri, e tutti e due furono accettati.
Egli dové partire solo per Pagani, perché nel momento ch’erano per lasciar Nusco, i genitori dell’amico suo lo legarono a un banco e lo picchiarono senza pietà. Più felice di lui, il De Gattis entrò in noviziato nel maggio 1754. Dopo aver dato l’esempio di tutte le virtù, nel 22 aprile 1758 morì da santo, a 19 anni (Berthe 642).
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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