P. Toon De Bot, C.Ss.R. 1914-1998 – Paesi Bassi.
P. Toon De Bot, C.Ss.R. 1914-1998.
Dati ufficiali
- Cognome = De Bot
- Nome = Antonius (Toon)
- Nazionalità = Paesi Bassi– (Provincia di Amsterdam)
- Nato = 05-Nov-1914
- Morto = 07-Nov-1998
- Professione = 09-Set-1935
- Sacerdote = 08-Ago-1940
Il redentorista P. Toon De Bot, 1914-1998 , Paesi Bassi, Provincia di Amsterdam. È morto a 84 anni, ma quando ne aveva 60 gli occorse una terribile avventura: essere ostaggio di carcerati rivoltosi nel carcere di Scheveningen all’Aia.
Sequestro e Liberazione
Riferisce il «Tempo» di martedì 29 ottobre 1974 a pag. 16: “Oggi Jan Der Boer, l’ostaggio di 73 anni, rimesso in libertà ieri insieme alla sua signora e a tre giovani, ha raccontato come si sono svolti i fatti:
«Era appena cominciato il servizio religioso e il sacerdote stava celebrando quando si udirono degli spari per aria. I carcerati gridarono al Padre e a quelli del coro: “Siete nostri ostaggi”.
All’inizio – ha proseguito Der Boer – credetti che si trattasse di una pistola giocattolo. Mi son poi reso conto che i detenuti avevano vere armi. Si alzarono in piedi e cominciarono a gridare, facilmente per metterci paura e impedire una eventuale reazione.
Dissero che eravamo loro ostaggi e ci ordinarono di metterci contro la parete. Alcuni, tra i quali c’ero io, fummo chiusi in una stanzetta vicina. I detenuti si sono comportati bene con noi, specialmente con le donne e i bambini. Non hanno detto parolacce.
I prigionieri — o detenuti o carcerati, ammutinati erano due olandesi: Dean Denie e Jan Brouswers, e due arabi: un algerino, Mohammed Kudache, condannato per rapina a mano armata e il palestinese Adnan Ahmad Nuri, condannato per il sequestro e l’incendio di un DC-10 di una compagnia inglese.
Chi era il cappellano?
Tra gli ostaggi c’era il Cappellano, il redentorista Padre De Bot, il quale aveva detto agli altri sacerdoti che prima o poi doveva succedere qualcosa di terribile nel carcere.
Tra questi ostaggi c’era anche l’organista del coro, fratello del redentorista Padre Khamann: “ C’è stato un momento — assicura l’organista del coro — in cui i prigionieri volevano uccidere gli ostaggi.
“Uccidetemi per primo” – disse allora il p. De Bot!.
Centoquattro ore.
Cinque notti spaventosamente lunghe!
Prima dell’alba del quinto giorno, alle quattro del mattino, improvvisamente uno spaventoso suono di sirene, riflettori potentissimi di luce accecante, spari per aria e i quindici ostaggi erano liberati e i quattro rivoltosi, di nuovo ammanettati grazie a un colpo magistrale e ad una improvvisa operazione dei Marines olandesi.
Era terminato l’ammutinamento del carcere di Scheveningen all’Aia.
Il profilo è tratto da Orbis, n.32 (1975, gennaio) p.10.
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