Fratello Carmine Crescenzi (1915-1996) – Italia.
Lunedì 4 novembre 1996 alle ore 03 Fratello Carmine Crescenzi si è addormentato nella pace di Cristo nella nostra casa di Pagani.
Fr. Crescenzi Carmine nacque il 10 ottobre 1915 a Sarno (SA) da Antonio e Adiletta Luigia. Attratto dall’ideale sacerdotale, entrò da ragazzo nel seminario diocesano di Sarno.
In seguito agli esercizi spirituali predicati da un padre redentorista e alla sua amicizia verso la famiglia redentorista decide di lasciare il seminario per la nostra famiglia religiosa. Frequenta nell’aspirantato di Lettere la prima e la seconda media.
A causa del suo stato di salute i superiori gli consigliano di proseguire il cammino di formazione non in vista del sacerdozio ma come fratello coadiutore. Vive con entusiasmo il periodo di formazione alla vita religiosa, allo studio personale e alla preghiera unisce, con spirito di abnegazione, le attività pratiche proprie del fratello coadiutore: la cucina, la falegnameria, la muratura, il guardaroba, la sacrestia.
Dal 1929 al 1932 frequenta il periodo di preparazione al noviziato nella casa di S. Angelo a Cupolo e sempre in questa comunità il 25 ottobre del 1932 inizia il suo anno di noviziato. A distanza di un anno il 26 ottobre 1933 si consacra al Signore con la professione religiosa dei voti di povertà, castità e obbedienza.
Da religioso continua per 6 anni la sua permanenza nella casa di S. Angelo a Cupolo e prendendo a modello S. Gerardo Majella si prodiga quotidianamente per il bene della comunità con entusiasmo e spirito di sacrificio. Il 31 ottobre 1937 ratifica in modo definitivo il suo generoso sì al Signore emettendo la professione perpetua nella casa di S.Angelo a Cupolo.
Numerose sono state le comunità della nostra provincia che lo hanno visto presente e ne hanno potuto apprezzare il suo attaccamento alla vocazione, alla famiglia redentorista e la disponibilità nei servizi più umili ma non per questo meno importanti.
Dopo circa 5 mesi trascorsi nella Comunità di Corato, viene trasferito a Ciorani dove lo vediamo prodigarsi per questa comunità dal 1940 al 1944, trasferito ad Avellino vi resta fino al 1948, poi per volontà dei superiori, viene trasferito a Tropea e nel 1951 a Corato per un anno. Dal 1952 al 1956 viene di nuovo assegnato alla Comunità di Tropea. Il triennio 1956 – 1959 lo vede assegnato prima a Lettere e poi a Corato.
Dopo questo svariato peregrinare, sempre per obbedienza ai superiori, finalmente una sosta che durerà parecchi anni. Infatti nel 1959 viene assegnato alla casa di Pompei a servizio della comunità e del santuario fino al 1972, anno in cui viene trasferito alla comunità di Teano.
Da Teano passa di nuovo a Pompei fino al 1984, quando, chiusa la casa di Pompei, viene assegnato alla comunità di Pagani dove si prodiga con la sua solita generosità fino al 1987, anno in cui il suo stato di salute lo costringe a rassegnarsi a un forzato riposo che durerà fino al novembre 1996, quando il giorno 4 novembre alle prime ore del mattino ha chiuso gli occhi a questa terra per riaprirli alla visione beatifica di Dio che ha tanto amato e servito con fedeltà ed entusiasmo.
Pur nel rimpianto di non essere diventato sacerdote, ha realizzato in pieno il suo dinamismo apostolico ogni volta che ha potuto, partecipando con entusiasmo a varie missioni popolari. Ha dimostrato il suo amore alla Congregazione attraverso l’adempimento coscienzioso e responsabile dei vari compiti che gli sono stati affidati.
Una caratteristica della sua spiritualità la possiamo certamente individuare nella sua filiale devozione alla Madonna, nella sua vita di preghiera e nella fedeltà al Signore e agli impegni scaturenti dalla sua consacrazione religiosa.
Ora che Fratello Carmine si trova a godere quel premio che il Signore riserva a chi gli è stato fedele, voglia continuare a servire questa nostra famiglia religiosa da lui tanto amata e stimata, con la sua preghiera e il suo esempio possa essere di sprone ai giovani desiderosi di dedicare la loro vita a servizio della “Copiosa Redemptio”.
P. Antonio Di Masi
Superiore Provinciale
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Dalla Lettera Circolare
dell’ 8 novembre 1996
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