P. Carmine Coppola (1927-2008) – Italia.
Domenica 31 agosto 2008, alle ore 16.30, nella basilica di s. Alfonso in Pagani sono stati celebrati i funerali del p. Carmine Coppola che ha terminato il suo pellegrinaggio terreno, sabato 30 agosto 2008 alle ore 8.00. Grande è stato il concorso di popolo e discreta la presenza di confratelli che con la loro preghiera hanno voluto accompagnare l’anima del nostro confratello nel suo ingresso nella casa del Padre.
Il p. Carmine Coppola nasce a S. Antonio Abate il 23.11. 1927; emette la professione temporanea il 29.09.1945 a Ciorani e quella perpetua a S. Angelo a Cupolo il 15. 05. 1947; viene ordinato sacerdote il 23.03. 1952 a Pagani.
Dopo l’ordinazione sacerdotale viene mandato a Roma per la laurea in teologia. Richiamato in Provincia prima di concludere l’anno accademico per la licenza , riceve l’incarico di lettore di italiano a Ciorani nell’anno 1953/1954 ai nostri studenti.
Nell’ottobre del 1954, viene trasferito a S. Angelo a Cupolo, dove si è riunito Io studentato di Filosofia, come lettore fino al 1962 e contemporaneamente assiste come parroco la frazione Pagliara.
Dal 1962 al 1964 lo troviamo al Colle S. Alfonso, sempre come lettore. Nel 1964 viene nominato superiore a S. Angelo a Cupolo dove si industria per la ricostruzione del collegio, danneggiato dal sisma del 1962 e si attiva per l’apertura di una scuola missionaria.
Dal dicembre 1969 viene trasferito a S. Andrea Jonio, dove resta fino alla conclusione del triennio. Dal mese di settembre del 1972 fino al 1975 si trova a Napoli come Vicario provinciale. Dal 1975 al 1978 è superiore a Scala (SA), dove si impegna per il restauro della “Grotta di S. Alfonso”.
Dal 1978 al 1987 ricopre l’incarico di superiore a Materdomini ; sopravvissuto al terremoto del 23.11.1980, guida le pratiche della ricostruzione della “Casa del Pellegrino” del Collegio e della Basilica del Santo.
Dal 1987 al 1993 si trova a Napoli dove ricopre, per la seconda volta, l’incarico di Vicario provinciale, nel frattempo viene impegnato dai superiori per il varo di una legge regionale speciale per le celebrazioni del 2° centenario della morte di S. Alfonso, per la ricostruzione della “Casa Anastasio” a Scala, per la “Peregrinatio ” di S. Alfonso nei luoghi storici della sua vita e per la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II a Pagani.
Dal 1993 al 1999 è superiore a Ciorani: qui celebra la beatificazione del Ven. Gennaro Maria Sarnelli dedicandogli una cappella nei vecchi locali della portineria, dove , in un’artistica urna vengono esposte , alla venerazione dei fedeli, le reliquie del Beato Gennaro M. Sarnelli.
Dal 1999 al 2002 viene assegnato a Marianella come superiore. Terminato il suo incarico di superiore resta a Marianella fino al 2007, quando, a causa delle sue non buone condizioni di salute, viene trasferito presso la casa di cura di Pagani.
Del confratello mi piace ricordare la sua giovialità, il suo amore alla Madonna, l’attaccamento alla Congregazione. Con tanto zelo ha diffuso la devozione a s. Gerardo e a s. Alfonso, nutriva, inoltre, anche una grande devozione per s. Teresa e per s. Pio.
Scriveva nei suoi appunti: “Celebrerò una messa al mese per ringraziare il Signore per tutte le grazie concesse a p. Pio, per tutte le grazie concesse a me, per vivere la mia malattia come dono di grazia.. “
Segno della sua consacrazione alla Madonna era un anello che portava sempre al dito: in un suo appunto troviamo scritto: “Stanotte ho pregato Teresa che mi faccia riavere l’anello che avevo come segno della mia consacrazione alla Madonna”.
Poi tanti altri appunti su fogli volanti e con scrittura incerta , a testimonianza del suo amore a Maria: “Quanto è buona la Madonna , mette tutto il suo cuore a disposizione di ogni figlio suo”. – “Sei la mamma, la fiducia mia, quante volte ho cantato O bella mia speranza” – “Quando verrà la mia ultima ora, VIENI, non tardare a portarmi in cielo con te”.
Forse sentendo vicina la sua ora , sente il bisogno di chiedere perdono: “Chiedo perdono a tutti per gli esempi non buoni che ho dato, del disordine che troverete nella mia stanza – Di non essere stato un figlio degno di s. Alfonso”.
Gli appunti volanti terminano con un arrivederci: “Arrivederci in cielo, è la casa di Dio, è la casa di Maria , madre nostra, sarà in eterno la casa dei figli di Maria, con infinita festa, sarà la nostra casa; Grazie, o Mamma di Gesù”. – Questa certezza scaturiva da una convinzione, da lui stesso appuntata: “Chi ama la Madonna è così sicuro del Paradiso, come già stesse in Paradiso”.
P. Saverio Santomassimo
Vicario Provinciale
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Dalla Lettera Circolare
del 1 settembre 2008
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