23. GESÙ CI HA AMATI PIÙ DI SE STESSO
La legge divina impone agli uomini di amare il prossimo come se stessi; ma “Gesù ha amato gli uomini più di se stesso”, dice san Cirillo. Il nostro Redentore è giunto ad amarci più di se stesso, poiché per salvarci ha voluto perdere la sua vita divina, infinitamente più preziosa di quella di tutti gli uomini e di tutti gli angeli messi insieme.
O Dio infinito, esclama Guerrico abate, per amore dell’uomo tu sei diventato, se è lecito dirlo, prodigo di te stesso. Infatti, per ricuperare l’uomo perduto, hai voluto do-nare non solo i tuoi beni, ma perfino te stesso!
O prodigio, o eccesso d’amore, degno solo di una bontà infinita! Scrive san Tommaso da Villanova: “Chi mai potrà comprendere anche solo lontanamente l’immensità del tuo amore, nell’aver amato noi miseri vermi fino al punto da voler morire per noi e morire sulla croce? Questo amore, conclude il Santo, eccede ogni misura, ogni intelligenza”.
E’ una cosa bella per una persona vedersi amata da un grande personaggio, tanto più se esso può sollevarla dalla sua miseria. Ora quanto più bello dev’essere per noi vederci amati da Dio, che può sollevarci a una fortuna eterna! Nell’antica legge l’uomo poteva dubitare che Dio l’amasse con tenero amore; ma, dopo averlo visto versare il sangue e morire sopra un patibolo, come possiamo ancora dubitare che egli ci ami con estremo affetto e tenerezza?
Anima mia, contempla il tuo Gesù che pende dalla croce coperto di piaghe: esse sono la prova del suo amore. “Attraverso le ferite del corpo appare l’amore del suo cuore”, dice san Bernardo.
Caro mio Gesù, vederti morire tra gli affanni su questo legno di obbrobrio certo mi affligge; ma nello stesso tempo le tue piaghe mi fanno conoscere l’amore che mi porti, e questo mi consola e m’innamora tanto di te. Serafini del cielo, che ve ne pare della carità del mio Dio, il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me? (Gal 2,20). (Amore delle Anime II,6-8)