5 – Venerabile Cesare Sportelli
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.
Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium e dal Proprium C.Ss.R.
- Nascita = 19-giu-1701
- Morte = 19-apr-1750
- Professione Temporanea = 21-lug-1740
- Professione Perpetua = 21-lug-1743
- Sacerdote = 05-mag-1737
- Introduzione Causa = Novembre 1899.
Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
Il venerabile Cesare Sportelli fu il primo dei compagni di S. Alfonso che meritò il titolo di vero imitatore del Cristo.
Nato a Mola di Bari in Puglia il 19 giugno del 1701, mostrò fin dagli inizi della sua vita quale sarebbe stata in seguito la sua santità; possedeva una naturale dolcezza che gli attirava l’amore di tutti. Ancora bambino, era attratto verso la beatissima Vergine da un tenero amore; ma, fatto straordinario, all’età di circa 4 anni, ogni sabato, sottoponeva a digiuni il suo corpo innocente. Passò la fanciullezza parte in casa, parte presso i parenti di Putignano.
A 16 anni, ormai bene istruito, fu dalla madre condotto a Napoli per attendere a studi più impegnativi. Qui cominciò straordinariamente ad imporsi per la sua intelligenza e diligenza, tanto da superare i suoi coetanei; ma più vivamente si applicò all’acquisto delle virtù cristiane. Per raggiungere più facilmente lo scopo ed essere guidato, si affidò interamente al P. Tommaso Falcia, uomo retto, in seguito vescovo di Castellammare di Stabia.
Terminato con successo il corso di lettere e filosofia, si dedicò allo studio del diritto e vi riuscì bene finché, conseguita la laurea, fu iscritto all’albo dei dottori e degli avvocati. In poco tempo acquistò grande fama di avvocato tanto che i nobili napoletani gli affidavano la difesa dei loro interessi. Egli, invece, ritenendo suo compito soccorrere i poveri, difese le loro cause con la sua attività e a sue spese. Di qui il titolo di “padre dei poveri”, “avvocato e protettore degli indigenti”.
Poiché, nel frattempo S. Alfonso metteva mano alla fondazione della Congregazione, Cesare, a 31 anni, spinto da una voce misteriosa udita nella notte e da numerosi segni, si unì a quel santo uomo e collaborò con lui alla fondazione del nuovo Istituto. In questa impresa fu vero modello di forza e di giudizio, perché non solo difese la nascente compagnia da pericoli interni ed attacchi esterni, ma, una volta fondate le case, le assistette e le ingrandì. Nel ministero apostolico non si concedeva riposo, pur di badare alla gloria di Dio e al bene del prossimo.
Quasi tutte le località napoletane gli offrirono l’occasione di diffondere la carità e di convertire le anime. E’ da ricordare che oltre al peso delle sante missioni, ogni giorno passava molte ore per accogliere le confessioni dei fedeli. Ebbe carattere allegro, un animo mite e umile, paziente nelle avversità, calmo nella prosperità, dolce con gli altri, severo con sé; sempre si sforzò di ricordare a se stesso l’espressione dell’apostolo Paolo che consigliava agli altri: “Rivestitevi di Cristo Signore”.
Alla fine, consumato dalle fatiche, fu chiamato al cielo nel giorno preannunciato, il 19 aprile 1750. Dopo la sua morte non diminuì la devozione delle folle verso di lui; anzi, di giorno in giorno, aumentò per i miracoli da Dio compiuti per onorarlo.
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