P. Salvatore Capizzi (1912-1997) – Italia.
Dopo una lunga, estenuante agonia, pari ad una lampada che smette di far luce per aver esaurito l’olio che la alimentava, il 3 marzo 1997, nella nostra casa di Palermo Uditore, alle ore 15,55 ha finito di pulsare il cuore di P. Salvatore Capizzi. Le esequie sono state celebrate a Palermo Uditore il giorno seguente con grande concorso di popolo, mentre la salma è stata tumulata il 5 marzo a Floresta (ME), suo paese natale.
All’ultimo traguardo del suo pellegrinaggio terreno P. Salvatore è arrivato a conclusione di una vicenda clinica iniziata circa un anno fa, con l’insorgere di un carcinoma allo stomaco e contrassegnato da un duplice ricovero ospedaliero. Pure questi ultimi mesi hanno testimoniato non solo della fibra forte che ha sempre sostenuto il fisico di P. Salvatore, ma anche il suo instancabile servizio. Fino a qualche mese dalla morte egli non si è risparmiato dall’offrire generosamente il ministero della Parola e dei sacramenti che ha costituito la sua ragione di vita.
P. Salvatore Capizzi era nato il 1 gennaio 1912, da Natale e Eliseo Natalina a Floresta, Provincia di Messina e Diocesi di Patti. Battezzato il 21 gennaio seguente. ricevette da Mons. Fiandaca il sacramento della Confermazione il 1 agosto 1914. Sin da giovane l’ideale sacerdotale e missionario esercitò su di lui un persistente fascino: già a 16 anni emetteva la sua Professione Temporanea tra i Redentoristi, precisamente il 29 settembre 1928, a Pagani, avendo come Maestro P. Mazzei.
Tre anni e mezzo dopo, il 16 aprile 1932 nello studentato di Cortona (AR) rinnovò, e questa volta per sempre, il suo “sì” al Signore, con la professione perpetua, avendo come Prefetto il P. Felici. Infine, ultima tappa del suo perseverante cammino in vista del suo ideale di vita, giunse al Sacerdozio: era il 27 ottobre 1935 e a consacrarlo, sempre a Cortona, furono le mani di Mons. Franciolini.
Numerose sono state le case della Provincia Siciliana che hanno usufruito del suo generoso e multiforme servizio: Castroreale (1936-1939; 1953-1953; 1963-1965). Rometta, Palermo Uditore (nel 1937 e nel 1945), Francavilla Fontana (nel 1939 per il secondo noviziato), Agrigento (1940-1945; 1953-1958), Messina (1946), Palermo Villa S. Alfonso (1946-1932; 1958-1963; 1970-78), Capo d’Orlando (1965-1968), Sciacca (1937; 1968-1970; 1978-1988). Dall’aprile del 1988 ha risieduto a Palermo Uditore.
Praticamente, una vita spesa per tutte le comunità della sua Sicilia, e per giunta in molteplici ruoli: prima come lettore dei nostri aspiranti, poi come Consigliere Provinciale, Economo Provinciale, Superiore di comunità a più riprese, Vicario Provinciale (dal 1958 al 1963). In tre occasioni – nel 1954, 1964, 1967 – ha rappresentato la Provincia Siciliana al Capitolo Generale in qualità di Vocale.
Ma questo pur lungo ma doveroso elenco di mansioni svolte non può neanche far passare in secondo piano l’incessante e per tanti aspetti prevalente opera svolta dal P. Salvatore Capizzi al servizio del Regno di Dio e per l’animazione dei fratelli. Alla luce di alcune cifre che egli stesso annotava qualche tempo fa su di un pro-memoria autobiografico, possiamo dire che la sua è stata un’esistenza feconda, vissuta a tempo pieno per la causa del Vangelo.
Circa 200 sono state le Missioni al popolo che lo hanno visto protagonista, una cinquantina di volte ha predicato il Mese di Maggio, incalcolabile è il numero dei Tridui e delle Novene, per 8 anni ha occupato il ruolo di Cappellano all’ospedale di Sciacca. E poi come passare sotto silenzio i numerosi Corsi di esercizi spirituali da lui predicati al clero, a religiosi e a religiose?
Sia con la predicazione popolare che con l’animazione dei ritiri P. Salvatore ha dato continuità al carisma alfonsiano, che proprio su queste due metodologie pastorali ha attuato sin dall’inizio il suo ministero in seno alla Chiesa. Di lui possiamo dire che ha unito la sua voce tuonante a quella di Dio, perché questa raggiungesse nell’intimo del cuore e della coscienza ogni battezzato, e tra di essi in modo particolare coloro che avevano deciso di consacrare a Dio la vita con cuore indiviso.
Ci piace davvero pensare che un infinito stuolo di anime, che in terra sono state toccate e convertite per mezzo della sua parola forte e suadente, stia ora facendogli festa in cielo, per ringraziare con lui il Padre ricco di misericordia.
Ma anche noi suoi confratelli rendiamo grazie al Signore per averci dato P. Salvatore, e per giunta fino ad un’età longeva e capace di spendere fino all’ultimo le sue preziose energie. Egli è stato testimone di un amore sincero verso la nostra famiglia religiosa, un amore dimostrato con i fatti ancor prima che con le parole.
Il suo carattere schivo e incline alla riflessione non gli vietava però di dimostrarsi appassionato partecipe della causa della nostra vita, con le sue inevitabili problematiche e le sue prospettive di vita. In ogni suo intervento egli lasciava trasparire gli ideali che comunque ispiravano la sua esistenza, ivi compreso un sincero amore a sant’Alfonso e una convinta interiorizzazione della spiritualità Redentorista.
La figura di P. Salvatore Capizzi lascia nel nostro ricordo soprattutto l’immagine di un uomo laborioso e semplice, con una gestione metodica della sua giornata, comunque contrassegnata dal desiderio di rendersi utile agli altri e ritmata dalla preghiera. Il suo stile di vita era fermamente teso all’essenziale, a quella sobrietà e spirito di rinuncia che costituisce l’anima del tempo liturgico che lo ha visto morire, la quaresima.
Il Rosario che spesso avvolgeva le sue dita ha costituito soprattutto negli ultimi tempi un sostegno costante per il suo ultimo, faticoso “eccomi” alla volontà del Signore. Voglia la Madonna del Perpetuo Soccorso, di cui P. Salvatore è stato fervido devoto e propagatore di culto, accompagnare questo suo servo fedele all’abbraccio che costituisce l’anelito di ogni battezzato e. l’approdo di ogni consacrazione, l’abbraccio con il Padre e con il suo Figlio Gesù, unico Salvatore, ieri oggi e sempre.
P. Antonio Di Masi
Superiore Provinciale
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Dalla Lettera Circolare
del 9 marzo 1997
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