P. Luigi Cagiano de Azevedo (1842-1929) – Italia.
P. Luigi Cagiano de Azevedo (1842-1929)
Frosinone, che, mentre ancora viveva S. Alfonso, aveva fin dal 1776 un Collegio dei Padri Redentoristi, fu la patria del nostro P. Cagiano.
Terzogenito di 14 figli del Conte Cagiano de Azevedo, egli fece i suoi studi a Napoli e dalle mani del suo zio Cardinale e Vescovo suburbicario di Frascati, ricevette gli Ordini minori, entrando poi nella Congregazione nel 1863, mentre il suo fratello Ottavio si ascriveva al clero secolare, venendo nel 1905 eletto da Pio X Cardinale di S. R. C.
Correvano allora tempi procellosi per l’Italia e Luigi venne mandato a fare il suo noviziato nella Provincia Franco-Elvetica.
Emessi i voti religiosi nel 1864, fu ordinato sacerdote nel 1866 dal Cardinale Lavigerie.
Giovane sacerdote, ardente di zelo, nel 1870 fissò la sua dimora in Madrid che doveva essere fino alla morte il campo del suo vasto, incessante apostolato.
In quel tempo a Madrid non vi erano che due religiosi, e questi i due Redentoristi italiani P. Vittorio Lojodice e P. Luigi Cagiano de Azevedo.
Il nostro Padre esercitò il suo apostolato prima come cappellano del monastero di S. Paquale; poi nella bella chiesa di S. Barbara e finalmente nel 1892 nella Pontificia chiesa di S. Michele, per opera sua, ceduta ai nostri Redentoristi.
Il suo ministero di 60 anni nella capitale di Spagna, così è sintetizzato dal principe dei giornali cattolici spagnuoli «El Dehate»:
La nobiltà dei natali, la graziosità del dire, la dignità grande del portamento, la singolare prudenza, la specchiata virtù resero P. Cagiano de Azevedo direttore d’anime affatto singolare e apprezzatissimo.
Tutti, senza distinzione, correvano a lui, dame della prima nobiltà, donne del popolo, serve, magistrati, suore, prelati.
Gli stessi Nunzi lo vollero loro confessore e ben dodici, tra cui Mons. Giacomo della Chiesa, furono suoi penitenti. Anzi Mons. Della Chiesa, appena assunto al supremo Pontificato col nome di Benedetto XV volle per primo trattenersi col nostro P. Cagiano de Azevedo, allora per caso a Roma, lo abbracciò affettuosamente e lo pregò di voler essere ancora il suo confessore.
Solo le gravi ragioni addotte dal nostro Padre indussero il Sommo Pontefice a lasciarlo tornare a Madrid.
L’alto favore, incontrato tra i nobili, mise a servizio della nostra Congregazione. A lui si deve la nostra Casa di Nava del Rey e di Espino: a Lui il privilegio che i nostri giovani fossero esenti dal servizio militare.
Era poi insuperabile nello splendore delle sacre funzioni. La sua chiesa era sempre frequentatissima e assistita con la massima cura.
Il mese Mariano a lui deve la magnificenza, con cui è celebrato oggi nelle chiese di Madrid.
Egli istituì in Madrid nel 1883 la prima di tutte le Confraternite della Madonna del Perpetuo Soccorso, sorte poi numerosissime nella Spagna. A questa istituzione, cui volle dare la massima solennità, era presente la stessa Regina di Spagna Maria Cristina.
Lo zelo del nostro Padre non cessò con l’età. Anzi, benché ormai vecchissimo e per di più reso cieco, non cessò di aiutare le anime che a Lui ricorrevano. E la sua cella, non potendo egli più uscire, era il convegno dei suoi penitenti. Monsignor Nunzio Tedeschini, tutte le settimane, era nella piccola camera del suo veneratissimo confessore.
Cagiano de Azevedo si addormentava nel Signore carico di anni e di meriti, nella solennità di tutti i Santi nel 1929 in Madrid».
Corona di questi brevi cenni sia la lettera che il Sommo Pontefice Pio XI ha diretta al Nunzio Apostolico di Madrid:
«Eccellenza Rev.ma, Il Santo Padre ha appreso con vivo rammarico la morte del venerando Padre Luigi Cagiano de Azevedo, al cui illuminato zelo tanto è obbligata – non meno delle molte classi sociali di Madrid – codesta Nunziatura Apostolica.
Al commosso tributo che V. E. R.ma ha voluto rendere a così santa memoria, l’Augusto Pontefice aggiunge di cuore le sue paterne condoglianze per la famiglia religiosa di cui egli fu splendida gemma; e mentre affretta coi suffragi per la degna anima sacerdotale la visione di quel Dio a cui essa ha servito per tanti anni con dignità pari alla modestia, invia di cuore a codesti suoi confratelli la confortatrice Apostolica Benedizione.
Con sensi di sincera e distinta stima mi raffermo di V. E. R.ma, servitore
Card. Gasparri»
Cagiano de Azevedo io l’ho conosciuto nel 1905 a Materdomini, quando venne a visitare la Tomba di S. Gerardo. Era di alta statura, di nobile aspetto, di tratti gentilissimo, modesto e molto pio. Lo pregai di tradurmi alcune frasi italiane di corrispondenza in lingua spagnola e subito mi contentò con grande piacere, e le conservo ancora come grato e prezioso ricordo.
Il P. Mautone Vincenzo, Consultore Generale in Roma, parlando del P. Cagiano de Azevedo, mi disse che detto Padre fu calunniato bruttamente ed era in grande afflizione perché chiamato a Roma dal Padre Generale Mauron, ma lui lo aiutò, lo difese, e lo consolò pienamente facendo trionfare la di lui innocenza; e così tornò tutto contento nella Spagna, donde era venuto.
__________________________
Profilo tratto da Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone –
vol.2 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
__________________________
_____________