P. Francesco Buonamano (1706-1777). – Italia.
P. Francesco Buonamano (1706-1777).
In età di 43 anni, predicatore e confessore, viveva tranquillamente nell’isola d’Ischia sua patria, senza aver mai pensato alla Congregazione del SS. Redentore, quando un giorno passeggiando con alcuni amici, uno dei quali medico, si trovò dinanzi ad un religioso che si trascinava a fatica.
Questo povero infermo era il P. Sportelli, che dopo il colpo d’apoplessia era rimasto mezzo morto, come egli stesso aveva detto ai briganti. Come ultimo tentativo, per fargli riacquistare alquanto le forze, S. Alfonso l’ aveva mandato alle acque d’Ischia, e il Medico, che era col Buonamano, curava appunto il Ven. P. Sportelli.
Si fermò pertanto con lui per informarsi della sua salute, e discorrendo del più e del meno, gli domandò a quale istituto religioso appartenesse. – «Alla Congregazione del SS. Redentore», rispose il malato.
Il Medico che non conosceva affatto quest’Istituto, gli rivolse diverse domande sul suo fine e sulle sue Regole; e il Venerabile gli parlò allora di S. Alfonso, delle sue fondazioni, delle sue Missioni ai poveri abitanti della campagna, delle Regole e delle Costituzioni, con tanto amore e pietà, che gli uditori si innamorarono di tale Congregazione.
Il Buonamano particolarmente più non sognava che missioni popolari, quando una disgraziata caduta l’ obbligò a mettersi a letto. Quale non fu la sua meraviglia quando, dopo qualche giorno, uno dei sacerdoti che con lui assistevano alle spiegazioni del Ven. Sportelli, gli raccontò che tornava da Ciorani dove l’avevano inviato uno dei suoi Confratelli e il Medico!
«E perché questo viaggio ? domandò il Buonamano.- Per pregare il Rettore Maggiore di ammetterci tutti e tre nel noviziato». – E soggiunse che S. Alfonso aveva risposto che non era questa la loro vocazione, la qual cosa aveva loro arrecato un gran dispiacere.
Il Buonamano pensò che sarebbe stato più fortunato di loro, e alla sua volta partì per Ciorani. Ammesso nel noviziato, divenne un santo religioso, un infaticabile missionario, e morì pieno di meriti nel 1777 il 14 marzo nella Casa di Ciorani, all’età di 71 anni dopo 27 anni di Congregazione, essendo nato il 9 novembre 1706, e fatta la professione nelle mani di S. Alfonso il 5 agosto 1750 dopo sei mesi di noviziato.
Il 16 settembre 1752 S. Alfonso gli scrisse da Pagani la seguente lettera con cui si consola in sentire che per distacco dai parenti, egli non vuole intervenire alla Missione di Casamicciola sua patria :
«La vostra al P. Pentimalli molto mi ha consolato in sentire i vostri belli sentimenti circa i parenti; vorrei che li avessero tutti. Io intanto condiscendei al P. Pentimalli di farvi andare in Ischia, in quanto credei esser questo forse il vostro desiderio; ma giacché V.R. ne è alieno, torno a dire, me ne consolo, ed affatto non vi dico che vi andiate.
Raccomandatemi ogni mattina alla Messa. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa! Vi do la santa benedizione.
Fratello Alfonso del SS. Red.re»
Quando morì S. Gerardo a Materdomini nell’ottobre 1755, il P. Buonamano, Ministro della Casa e Superiore interino, perché assente il rettore Caione, gli amministrò il Santo Viatico e l’ ultima assoluzione, e lo salassò, dopo morto, più volte, e sempre diede vivo sangue. In ringraziamento a Dio ordinò a tutta la Comunità disciplinarsi la notte stessa. Cantò la Messa e recitò tra le lacrime di tutti l’elogio funebre. Fece ritrarre due maschere di cera sopra il volto del defunto. (Lett. I- 204 ; Berthe, 417).
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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