Buon Natale 2013

Auguri

di un

Santo Natale

dal sito

santalfonsoedintorni.it

con il

celebre canto

“Quanno Nascette Ninno”

in versione italiana

*

*

Quanno nascette Ninno

Questa pastorale in dialetto napoletano è stimata da molti un capolavoro. Per renderla comprensibile a tutti, diamo una traduzione in italiano.

L’ autore tedesco Norrenberg tradusse in tedesco questo poemetto pastorale, esclamando affascinato:  “O quanta grazia e quali profondi sentimenti di pietà spira questo carme sul Natale di Cristo, scritto in dialetto napoletano”.

Per questa e per le altre canzoncine natalizie Francesco Piatto, nell’opera citata,  chiama  S. Alfonso «il canoro usignolo del Presepio».

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Versione italiana del celebre Canto
di P. Mosé Simonetta

1. Quando nacque a Betlemme Gesù Bambino,
pur essendo notte fonda, sembrava pieno giorno.
Le stelle mai  si videro così lucenti e belle;
e la più luminosa corse in Oriente
a chiamare i Magi.

2. Solleciti si destarono gli uccelli
cantando motivi del tutto nuovi:
perfino i grilli, strillando e saltellando di qua e di là,
“E’ nato! E’ nato!”, dicevano,
“Il Dio che ci ha creato!”.

3. Benché fosse inverno, o bel Bambino,
sbocciarono dovunque rose e fiori!
Finanche il fieno, secco e duro, su cui giacevi,
divenne tenero
e si rivestì di foglioline e  fiori.

4. In un paese detto Engaddi
le vigne fiorirono e germogliò l’uva.
Bambino mio gustoso,
sei come un grappolo d’uva;
con la tua amorevolezza
addolcisci la bocca e inebri il cuore!

5. Non c’erano nemici sulla terra,
la pecora pascolava insieme al leone:
si videro giocare insieme
il capretto e il leopardo, l’orso e il vitello,
e il lupo in piena pace con l’agnello.

6. Il mondo intero, insomma, fu sconvolto,
il cielo, la terra, il mare, e tutti i popoli.
Chi dormiva, per la gioia
sentiva il cuore sobbalzargli nel petto
e sognava pace e gioia.

7. I pastori sorvegliavano il gregge,
e un angelo splendente più del sole
apparve loro dicendo:
“Non abbiate  paura!
Siate pieni di gioia:
la terra è divenuta un paradiso!

8. Per voi è nato oggi a Betlemme
l’atteso Salvatore del mondo.
Non  potrete sbagliarvi:
lo troverete avvolto in fasce
e adagiato nel presepe.

9. Gli angeli, calati a schiere,
insieme a lui si misero a cantare:
“Gloria a Dio, pace in terra!
Mai più guerra: è nato il Re d’amore,
che dona gioia e pace ad ogni cuore!”

10. Batteva forte il cuore nel petto a quei pastori,
e ognuno diceva all’altro: “Che aspettiamo?
Andiamo subito, ché mi sento venir meno
per la gran voglia
di vedere questo Bimbo divino!”

11. Saltando come cervi feriti,
i pastori corsero alla capanna,
e trovarono Maria
insieme a Giuseppe e alla Gioia mia;
e in quel viso assaporarono un pezzetto di Paradiso!

12. Rimasero incantati, a bocca aperta,
per tanto tempo senza dir parola;
poi, emettendo, fra le lacrime,
un sospiro di sfogo dal profondo del cuore,
espressero a migliaia atti d’amore.

13. Col pretesto di presentare i doni
si avvicinarono piano piano.
Il Bambino non li respinse, ma li accolse
e pose loro le mani sul capo
e li benedisse.

14. Prendendo confidenza un po’ alla volta
chiesero il permesso alla Mamma:
e coi baci gli mangiarono prima i piedini,
poi le manine,
e, in fine, la boccuccia e le guance!

15. Quindi insieme cominciarono a suonare
e a cantare con gli angeli e con Maria,
con una voce così dolce
che Gesù fece: “a, aa…”.
Poi chiuse quegli occhi graziosi e si addormentò.

16. Se ben ricordo,
la nenia che cantarono fu questa che ora vi dico.
Ma, mentre io la canto,
immaginate di trovarvi anche voi
vicino al bel Bambino fra i pastori:

(intermezzo)
“Scendi, o sonno, giù dal cielo,
vieni, e addormenta questo Bambino;
per favore: è piccolino,
vieni, sonno, e non tardare!
Bella Gioia di questo cuore,
vorrei io stesso diventare
un sonno dolce dolce,
per far addormentare quei begli occhi.
Ma, se tu per essere amato
ti sei fatto  piccolo Bambino,
soltanto l’amore è il sonnellino
che può farti addormentare.
Se è così,  puoi far la nanna:
quest’anima arde per te..
T’amo, t’a… Uh, questa nenia
già ti ha fatto addormentare.
T’amo, o mio bel Dio,
Ti amo, o Gioia, t’amo, t’a…”

17. Poi, i pastori, cantando e suonando
tornarono di nuovo ai loro greggi:
ma che vuoi? Ormai nel cuore
non trovavano più calma, e ad ogni momento
andavano e venivano dal caro Bene.

18. Solo l’inferno e i peccatori
caparbi e ostinati ebbero paura,
perchè i pipistrelli vogliono stare al buio
fuggendo, da veri bricconi, dal sole!

19. Anch’io sono un nero peccatore,
ma non voglio essere duro e ostinato.
Io non voglio più peccare,
voglio amare, voglio restare col bel Bambino
come ci stanno il bue e l’asinello.

20. Bambinello mio, tu sei un sole di amore
che illumini e riscaldi anche il peccatore;
e, anche se fosse completamente nero
e brutto come la pece, tanto più lo tieni presente
e lo fai diventare bello e luminoso.

21. Ma tu mi vai dicendo che hai pianto
perché anche il peccatore piangesse.
Ho torto! Oh, fossi morto
Un’ora prima di peccare!
Tu mi hai amato,
ed io, per ricambiarti, ti ho maltrattato!

22. E voi, miei occhi, dovete trasformarvi, piangendo,
in due fontane di lacrime
per lavare, per scaldare
i piedini di Gesù.
Chi sa che non si plachi e dica:
“Coraggio, su! Io ti ho perdonato!”

23. Beato me, se avrò questa fortuna!
Che cosa di più potrei desiderare?
O Maria, speranza mia,
mentre io piango, tu prega.
Ricorda sempre
che sei divenuta la Madre dei peccatori!

BUON  NATALE A TUTTI I VISITATORI DEL SITO!

“Tu scendi dalle stelle” di S. Alfonso, interpretato dal redentorista P. Giovanni Di Maio con un affascinante disegno.