P. Leopoldo Briscione (1732-1823). – Italia.
P. Leopoldo Briscione (1732-1823).
Nacque a Contursi nel 1732, nell’ anno che nacque la nostra Congregazione del SS. Redentore, e nel dì 25 marzo, giorno della Divina Incarnazione e della Morte di Nostro Signore.
Si ritirò in Congregazione di anni 16, mesi 9, e giorni 6. Tra i Missionari egli è stato di soddisfazione a tutti i ceti.
Si può dire, infine, ch’ è stato di decoro ed onore alla Congregazione.
Il 3 ottobre 1823 dopo mezz’ ora di forte asma con insulto apoplettico, munito del Sacramento della Penitenza, e dell’ Estrema Unzione, alle ore 14 (a contar da dopo l’ Ave della sera), è passato agli eterni riposi (in Pagani). Così scriveva il P. Luigi Rispoli al rettore di Aquila P. Auberti.
Altri scrissero: «Fu missionario laborioso, zelante nel predicare e nel promuovere la gloria di Dio». Era molto decoroso. Si racconta che alla missione di Amalfi del 1756, quando contava appena 24 anni, P. Briscione inveì fortemente contro gli ubbriaconi; ed uno di essi disse nel vederlo partire, terminata la Missione: «Ved, vedi, P. Briscione», e gli mostrò il carafone pieno di vino per ubbriacarsi a suo dispetto. Ma, trovandosi S. Alfonso presente disse che un gran castigo sarebbe avvenuto; e così fu. Dopo pochi giorni vi fu un orribile terremoto, che riempì di spavento tutti.
Nel 1789 era rettore a Materdomini, e fece a sue spese le due bellissime Urne ai corpi dei Martiri San Vitale e Santa Colomba.
In questo stesso anno, diede alle stampe in Napoli, tre tomi del «Catechismo di Cristiana Religione», e lo dedicò a D. Fabrizio Ruffo Plenipotenziario del Re, onde si meritò il titolo di «ottimo teologo».
Contursi fu patria anche del Padre Lanzetta, di Fratello Onofrio Ricca, del P. Amendolara, del P. De Martino, del P. De Leo, e del Venerabile D. Mariano Arciero che nacque il 12 febbraio 1707 da umili genitori e venne ordinato sacerdote il 22 dicembre 1731. Condotto a Cassano Jonio dal Vescovo Gennaro Fortunato, canonico di Napoli, divenne l’ Apostolo delle Calabrie, ove dimorò per venti anni, e poi tornò a Napoli a continuare la sua sublime missione santificatrice. Introdusse nel popolo il saluto cristiano «Sia lodato Gesù e Maria». Chiamava la Madonna «Mamma bella». Prima e dopo la predica diceva: Viva Gesù e Maria. La sua continua invocazione era : «Gesù e Maria». Fu amicissimo di S. Alfonso e dei nostri Padri. Morì da santo il 16 febbraio 1788 dopo lunga e penosa malattia sofferta con eroica rassegnazione.
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte del P. S. Schiavone
– vol.1 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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