In memoria di P. Rocco Boffa redentorista (1927-2015) – Italia.
Carissimi confratelli,
l’icona del chicco di grano che, caduto in terra, produce molto frutto (Gv 12,24), ha illuminato l’intera celebrazione di commiato alle spoglie mortali di P. Rocco Boffa (1927-2015). La nostra chiesa parrocchiale in Foggia era più che gremita. Numerosi erano i confratelli venuti per l’occasione. C’erano anche membri del clero locale, tra cui il Vicario Generale della diocesi di Foggia, mons. Filippo Tardio. Religiosi e soprattutto religiose dicevano con la loro presenza un “grazie” per l’amicizia e la guida spirituale che il defunto aveva loro offerto in vita. Tra i parenti, la cognata e i nipoti erano affranti dal dolore.
Una presenza così massiccia testimoniava l’amore e la stima di cui P. Rocco è stato oggetto in vita. Io, che dal giorno dei funerali ad oggi ho visitato tre delle comunità dove egli ha risieduto (Foggia, Francavilla Fontana e Tropea), posso testimoniare di questa benevolenza da parte della gente: un affetto per un uomo che si è fatto semplicemente voler bene, perché attento alla vita della singola persona che aveva davanti, come alle folle a cui predicava. Un uomo capace di accoglienza, oltre che di aiuto concreto se richiesto.
Era il 4 aprile u.s., sabato santo, quando P. Rocco fu ricoverato all’Ospedale Civile di Foggia. La diagnosi parlava di bronchite, si temeva degenerasse in polmonite. Il ricovero sembrava volgere al meglio, quando le condizioni si sono improvvisamente aggravate. Per emorragia cerebrale la morte è avvenuta poco prima di mezzogiorno di domenica 12 aprile. Il giorno seguente era prevista la visita canonica a Foggia, un momento che P. Rocco aveva attesa con fraterna trepidazione. Il buon Dio ha voluto che la visita avesse inizio con una celebrazione altrettanto fraterna ma molto più numerosamente partecipata.
P. Rocco Boffa era nato a a Pietrapertosa (PZ), ridente paesino delle “Dolomiti lucane”, il 24.06.1927. Appena ventenne si consacrò al Signore il 29.09.1947a Ciorani, per emettere i voti perpetui il 29.09.1950. A Pagani fu ordinato sacerdote il 25.10.1953.
Corato (1954-1955) e Lettere (1955-1959) sono le prime case a cui è assegnato, come insegnante. Poi dal 1959 è il campo della missione popolare a vederlo impegnato con un calendario quanto mai intenso. Oltre a risiedere per un triennio a Materdomini e poi a Sant’Andrea Jonio, è stato a partire dalle comunità di Francavilla Fontana (quindici anni), Tropea (tredici anni) e Pagani (dodici anni) che P. Rocco ha offerto se stesso e senza energie per la predicazione di missioni, panegirici e novene. Foggia è stata la sua sede per gli ultimi dodici anni, vedendolo generoso collaboratore nella pastorale parrocchiale, cappellano delle Monache Redentoriste, oltre che predicatore. Col suo testamento spirituale. P. Rocco ha espresso il desiderio di essere sepolto proprio a Foggia, dove ora riposano le sue spoglie mortali, precisamente nella Cappella “Amici di sant’Alfonso”.
Quali sono i riflessi del mistero di Cristo che si sono riverberati nella vicenda terrena di P. Rocco? Permettetemi di rammentarne tre, in mezzo ad altri possibili. Il primo è quello che l’ha visto grande e zelante annunciatore della Parola di Dio. Il nostro confratello ha fatto parte della generazione dei “grandi missionari” vecchio stampo, capaci di arringare folle innumerevoli e di trasmettere loro la passione per il vangelo. In possesso di straordinario potere comunicativo, oltre che di doti naturali (la sua voce non aveva certo bisogno di microfono), P. Rocco ha unito a queste qualità l’impeto proprio del Redentorista che non si risparmia pur di annunciare Gesù Cristo. Quando ha dovuto “cedere le armi” ricordava di aver predicato 154 missioni, e che in alcuni periodi ben dieci mesi all’anno su dodici erano spesi “fuori”. Possiamo solo immaginare quanta gente sia stata raggiunta dalla Parola di Dio grazie a lui, quante persone riconciliate col Signore. La sua disponibilità alle confessioni e all’ascolto, fino ai giorni precedenti l’ultimo ricovero, è stata opportunamente ricordata alla fine della celebrazione di esequie dal P. Martella, suo ultimo Superiore.
Un secondo “riflesso” coincide col primato assegnato alla carità. P. Rocco è stato un confratello capace di animare la vita fraterna con la sua amabilità, col suo atteggiamento costruttivo. Non amava la lamentela fine a se stessa né il pettegolezzo. Il Signore l’ha chiamato a sé nella domenica della Divina Misericordia, quella stessa che egli ha incarnato nel rapporto con la gente e dentro la comunità.
Il terzo “riflesso” del mistero di Cristo nella vita del P. Rocco, che vorrei menzionare, è stato quello dell’umiltà e della semplicità. Pur chiamato ad occupare incarichi di Superiore, di Segretario dell’Apostolato, di Consigliere Provinciale e Capitolare, non ha fatto mai del “ruolo” la condizione per stare bene con se stesso. E se gli rimaneva del tempo, preferiva dedicarsi al suo hobby preferito, quello di costruire presepi, di cui ancora oggi la nostra Provincia beneficia, in modo particolare a Materdomini e Ciorani.
Ecco, carissimo P. Rocco, vogliamo proprio immaginarti così, a contemplare in presa diretta e nella luce dell’eternità quel mistero di Cristo che hai raccontato qui in terra con le tue mani artigiane e ancor più con la tua bella voce, col tuo darti senza risparmio al servizio della redenzione abbondante di Gesù Cristo! Mentre ti assicuriamo il nostro suffragio, prega anche tu per noi, perché non manchino ancora oggi giovani innamorati del vangelo, pronti ad annunciarlo a qualsiasi costo, a cominciare dalla loro stessa vita.
P. Serafino Fiore cssr
Superiore Provinciale
______________
_________________