(◊ in Italia) Domenico Blasucci. (1732-1752) (Ω in Italia)
Venerabile Studente Domenico Blasucci. Caposele, 1752.
Il Venerabile Blasucci nacque il 5 marzo 1732, a Ruvo del Monte. Entrò a sedici anni nella Congregazione.
Come un altro Luigi Gonzaga, non ha mai contratto un qualsiasi contagio di peccato, e praticò tutte le virtù in grado eroico, al tal punto che, secondo la testimonianza del P. Cafaro, sembravano in lui come naturalizzate e lo si direbbe nello stato di giustizia originale.
Era, al dire di S. Alfonso, un santo che lo si avrebbe potuto canonizzare ancora vivente.
Una santità così elevata fu probabilmente il risultato di grazie eccezionali di cui fu oggetto, ma anche dell’eccezionale generosità con cui rispose.
Egli aveva scritto su un quaderno di propositi: «Un’anima dannata acquisterebbe a prezzo di milioni di anni di sofferenze un’opportunità per soffrire per amore di Dio, ed io, perché non dovrei essere animato a soffrire per questo stesso Dio?»
Diceva ancora: «Per me, rinunciare all’osservanza perfetta, è rinunciare alla santità». Morì il 2 novembre 1752 nel convento di Caposele, durante gli studi di teologia.
Il Nostro Padre S. Alfonso prese occasione dalla beata morte per dare una lezione ai cari Studenti: «La vera scienza consiste nel conoscere Gesù Cristo. A cosa serve la scienza se non conduce a Dio? Il nostro Fratello Blasucci, lo dico in tutta verità, ha posseduto la vera scienza, perché, in ogni cosa, ha cercato solamente Dio. Ha fatto la morte di un santo. Studiate dunque, poiché siete gli operai di Dio, ma studiate innanzitutto per diventare santi come il nostro caro defunto».
– «Raptus est, ne malitia mutaret intellectum ejus». Sap. 4-11.
Professione: 2 febbraio 1751.
P. BERTHE, Vita di S. Alfonso, I, 502.