13 – Il Beato Pietro Donders
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.
Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium.
- Nascita = 27-ott-1809
- Morte = 14-gen-1887
- Professione = 24-giu-1867
- Sacerdote = 05-giu-1841
- Beato = 23-mag-1982
Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
A ragione sulla tomba di Pietro Donders si potrebbe scrivere: “Qui è sepolto l’apostolo dei lebbrosi del Suriname e loro Padre amorevolissimo”. Ebbene Pietro Donders riservò loro una premura così misericordia, quale appena si può immaginare. Nacque a Tilburg, una città della Braganzia settentrionale il 27 ottobre 1809. All’età della ragione, capì di essere chiamato al sacerdozio ed i compagni, mentre la madre piangeva di gioia, dicevano che sarebbe diventato parroco.
A sette anni cominciò a frequentare la scuola elementare; poi, a causa delle ristrettezze economiche della famiglia, fu costretto ad abbandonarla per andare a lavorare la tela, rimanendo, però, fedele a una vita morigerata e pia.
Nella solennità della Pentecoste 1831, mentre pregava fervorosamente, ebbe la certezza di essere chiamato al sacerdozio; quindi su richiesta del parroco ottenne di poter servire nel seminario minore di Buscowiz ma con il proposito di dedicarsi agli studi letterari per quanto gli fosse possibile.
A causa della sua età già avanzata all’inizio fu vittima degli schermi degli studenti e degli inservienti; ma egli tutto sopportava di buon animo e dopo qualche tempo la situazione si trasformò in lode e ammirazione per la sua persona.
Infatti nel lavoro, nello studio, nella pratica religiosa fu così zelante e paziente che a giudizio di tutti era ritenuto un santo.
Frattanto coltivava vivamente il desiderio di guadagnare anime a Cristo tra i popoli lontani, immersi nelle tenebre e nell’ombra di morte. Per raggiungere più facilmente questo scopo, tentò di entrare in qualche istituto religioso, ricevendo però dovunque un rifiuto, a causa della sua età avanzata.
Ma Iddio venne in suo aiuto, facendogli incontrare il sacerdote responsabile della missione del Suriname. Subito lo pregò di essere ammesso nel gruppo dei missionari e il sacerdote l’accontentò volentieri col patto che, terminati gli studi, fosse ordinato sacerdote.
Dopo l’ordinazione, avvenuta il 5 giugno 1841, si imbarcò verso la Guiana, giungendo a Paramaribo dopo 50 giorni di navigazione. Di lì, quando in compagnia del Prefetto Apostolico quando per suo mandato, cominciò a percorrere le zone della Missione, passando di luogo in luogo: insegnava a piccoli e ai grandi i misteri della fede in modo che ovunque andava, il numero dei cristiani aumentava e la loro condotta migliorava.
Nel 1846 una febbre, chiamata crocea, si diffuse per le case e per le strade di Paramaribo: Pietro assisteva tutti, a ognuno prestava cure finché, colpito anch’egli dalla malattia, si mise a letto serenamente paziente fino a che nel 1847 riacquistò la salute con l’aiuto di Dio.
Intanto era morto il Vicario Apostolico e ne era subentrato un altro ed egli volle raggiungere i Negri nella regione delle Piantagioni. Questi distavano molto lontano, erano molto rozzi per carattere e condotta, schiavi di padroni crudeli e addetti alla coltivazione dei campi: quasi tutti odiavano il nome di Cristo, ma Pietro superò gli ostacoli. Infatti quando li lasciò, molti di essi erano battezzati, molti erano passati dalla libera unione al matrimonio cristiano, i padroni si erano riconciliati con gli schiavi e molte chiese erano sorte in onore della Vergine.
Ma il merito e le lodi più grandi li raccolse nel luogo chiamato Batavia. Qui si dedicò completamente all’assistenza dei lebbrosi, per i quali fu sacerdote, medico, maestro, servo, padre tenerissimo. Al mattino, a sera, nel cuore della notte rifaceva i loro giacigli, spazzava il pavimento delle capanne, curava le ferite fetide e purulenti, assisteva i moribondi.
Entrato nella Congregazione del SS. Redentore, continuò in quest’opera di carità. Emessi i voti il 24 giugno 1867, ebbe l’ordine di ritornare nel lebbrosario di Batavia, dove, con carità ancora più grande, si diede alla cura dei lebbrosi.
Inoltre organizzò sante missioni per gli Indi che vivevano nelle fitte ed inesplorate foreste e per i Negri che, nati da africani ridotti in schiavitù e poi scappati, si erano organizzati in gruppo.
Infine, all’età di 69 anni, prostrato da tante e così grandi fatiche, si addormentò nel Signore a Batavia il 14 gennaio 1877 piamente, come era vissuto.
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