Mons. Alessandro Basile (1826-1883) – Italia.
Monsignor Alessandro Basile nacque a Ischitella, in prov. di Foggia, il 22 agosto 1826; professò il 25 marzo 1846; e fu ordinato sacerdote il 15 marzo 1851.
Per la sua eloquenza tutta apostolica e dignitosa era stato promosso alla sede arcivescovile di Reggio Calabria; ma il Papa Pio IX, avendolo saputo, disse ai Componenti la Congregazione Cardinalizia dei Vescovi: «Non mi toccate il Missionario; mi serve per la diocesi di Cassano Jonio, ove vi è molto da fare ». A malincuore accettò tale difficile incarico, il 22 dicembre 1871, ma la sua vita in Sede fu di breve durata.
Affetto e abbattuto inaspettatamente dal diabete depose le sue spoglie mortali in Rotonda, il 24 giugno 1883. Si stava preparando per la solennità di S. Luigi Gonzaga patrono del suo Seminario che aveva acquistato dal Demanio colla dovuta venia della S. Sede, essendo casa religiosa.
Mons. Basile era bello di anima e di corpo, simpatico, istruito, valente pittore. I suoi lavori furono inviati a diverse Esposizioni, e se ne trovano alcuni nell’Episcopio e nella Cattedrale di Cassano Jonio, tra cui il suo ritratto dipinto allo specchio.
Era poeta molto stimato. Fece un’operetta bellissima intitolata «La Claustrale». Son tutte poesie dedicate alla sua santa nipote monaca di clausura, donna Giuseppina Basile, tra le Perpetue Adoratrici col nome di religione Madre Alessandrina di S. Filomena.
Quando ebbe la nomina di vescovo si trovava a Tropea e stava dipingendo. Andando per la prima volta a visitare Pio IX, gli presentò il suo ritratto mentre veniva consacrato, e il Santo Padre lo gradi vivamente.
Il 29 luglio 1877 si portò per la santa Visita nel Villaggio di Agromonte di Castelluccio Superiore. Vi edificò di suo una chiesa, e l’arricchì di sacri arredi.
Elesse nel seminario di Rotonda per Rettore e Professore il nostro P. Giuseppe Lamboglia.
Quando avvenne la espulsione dei nostri da Catanzaro, egli era Rettore del Collegio di Santa Caterina. Fu condotto a Tropea con tutti di comunità, ma poi si ritirò in famiglia ad Ischitella, e quivi si occupava di incisione, di architettura, litografia, disegno…, finanche di ricamo donnesco, e vi riusciva a meraviglia.
Nella cattedrale di Cassano si conservano la statua del patrono S. Biagio, e il quadro in tela di S. Lucia, oltre il suo grande ritratto in sagrestia. Sono tutti suoi lavori.
Nel 1873 ottenne da Pio IX per il suo Capitolo le insegne maggiori, e cioè cappa e fascia violacea, ed ai Cappellani la mozzetta violacea.
Governò la diocesi con molta saggezza e prudenza, e fu amato e stimato da tutto il clero. Fu molto caritatevole così da esser chiamato: Padre dei poveri. A Cassano, a Lauropoli, a Francavilla Marittima, a S. Lorenzo Bellizzi e in tutti i paesi della Diocesi tuttora è chiamato: il santo Vescovo.
Con lire 15.000 Arricchì la Cattedrale di arredi sacri, e pavimentò in marmo il «Sancta Sanctorum». Comprò l’ex convento di S. Maria della Consolazione in Rotonda, e vi stabilì il seminario.
Tenne in sua compagnia, a Rotonda, P. Di Nonno, che poi fu arcivescovo, P. Lanzetta, P. Consalvo Gualtieri, Fr. Angelo Fedele Rosito, Fr. Giuseppe Rossi e Fr. Giov. Battista Marino.
Notizie raccolte dal P. Salvatore Schiavone
e da mons. Scognamiglio.
______________
Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985