1. La gloria di Dio è la felicità dell’uomo
Consideriamo quanto Dio ha fatto per rendere felice l’uomo in questa vita e nell’altra. Ogni azione di Dio in favore delle sue creature, tutto quello che Dio ha operato fuori di sé (ad extra), ha avuto per fine la sua gloria (cf. Pr 16,4).
Non poteva essere altrimenti: Dio non poteva operare per altro fine che per la sua gloria, perché egli è il Signore supremo e l’essere più degno di essere glorificato. La sua gloria consiste nella manifestazione dei suoi attributi divini, che sono la potenza, la sapienza e specialmente la bontà. Ora, poiché la bontà porta alla comunicazione dei propri beni agli altri, Dio, che è bontà infinita, ha per natura un’attitudine e un desiderio immensi di partecipare i propri beni alle sue creature.
Pertanto Dio ha creato gli uomini per questo fine: per renderli partecipi della sua stessa felicità e della sua natura, come scrive san Pietro (cf. 2Pt 1,4). Insieme agli uomini Dio ha creato il mondo con tante belle creature che lo adornano, affinché li aiutino a raggiungere la felicità eterna, che egli ha preparata per tutti coloro che gli sono fedeli nell’obbedienza ai suoi precetti.
Cosicché il Signore ha fatto del nostro bene la sua gloria. Per questo nella santa Messa la Chiesa ci fa ringraziare Dio per la sua gloria. “Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa”, diciamo a Dio nel Gloria. Che senso ha ringraziare Dio per la sua gloria? La gloria di Dio è oggetto di compiacenza da parte di coloro che lo amano: come può essere anche oggetto di ringraziamento? Sì, dobbiamo ringraziare Dio della sua gloria perché egli ha fatto della nostra felicità la sua gloria!
Su questo fondamento scopriremo quanto mirabile sia stata la condotta di Dio nel realizzare, per mezzo di tanti prodigi, il suo amoroso disegno di rendere felice l’uomo.
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Tratto da
Condotta ammirabile della divina Provvidenza, Introduzione.