58. Intrecciamo le rose celesti Il SS. Rosario di Maria. Il testo, di autore sconosciuto, appartiene alla tradizione redentorista anche se non è conosciuto da molti. Intrecciamo le rose celesti alla Madre divina d’amor, che più bianche dei gigli ha le vesti, ha dei figli più candido il cor. Ha le luci soavi, amorose, più ridenti dell’astro del dì; ha le gote coperse di rose; il bel seno qual giglio fiorì. Ave, dolce colomba, o Maria, mare immenso di grazie, d’amor, tu del cielo la lucida via, tu la fiamma, la vita del cor. Teco è il sommo Signor, tra le donne benedetta, beata sei tu, tu la gloria dell’alta Sionne, il sospir delle fide tribù. O Reina, o supremo desiro di chi t’ama ed anela per te; piega i lumi dal soglio d’ Empiro alle genti che invocan mercè. O Regina, bel fioredaliso, dei giardini più eletti del ciel, svela, o divo Tesoro, il tuo viso, scuoti il lembo del gemmeo tuo vel. Pioveranno le ambrosie celesti dell’esilio sull’orrido suol, e i fioretti virginei ridesti smalteranno la terra del duol. E se spunta l’aurora, se asconde il suo tremulo raggio nel mar, di quei fiori corolle gioconde orneranno il tuo splendido altar. E il Rosario adorato, o Maria, sarà il carme soave d’amor che ne allieti sull’ispida via, che ne infonda nell’alma il vigor. Finché schiuso dei cieli il sorriso, noi verremmo esultanti al tuo pie’, a bearci dell’almo tuo viso, a regnar nella patria con te. (Fonte del testo: RI2 - pag. 55)