30 aprile
Usiamo la carità anche coi nostri prossimi già morti, cioè con le anime sante del Purgatorio. Quelle sante prigioniere patiscono pene che sorpassano tutti i dolori di questa vita; ed all’incontro stanno in estrema necessità poiché da loro stesse non possono aiutarsi. (S. Alfonso, Via della Salute, parte III cap. III par. III Regolamento di vita).
- S. Clemente pregava sempre per le anime Sante del Purgatorio, e non lasciava mai occasione di esortare di praticare opere buone a loro suffragio. Egli diceva: “La preghiera fatta per quelle anime sofferenti produce un doppio frutto: uno per quelli che lo fanno e uno per coloro a cui è applicata”. Egli aveva introdotto nella comunità l’uso di questa piccola preghiera: “0 Padre Celeste, io vi offro, per le anime del Purgatorio, il Sangue Prezioso di Gesù Cristo vostro Divin Figliuolo”.
- Tra i poveri S. Gerardo annoverava anche le anime del Purgatorio: “Anche queste sono poverette e chiedono soccorso”. Perciò riservava per loro i suoi guadagni o i suoi risparmi. Una volta, dopo una settimana di lavoro aveva guadagnato 8 tari. Li diede tutti in sollievo di quelle sante anime. Il Tannoia scrisse di lui “Se il lavoro gli veniva meno se ne affligeva e si sentiva spezzare il cuore per il dolore solo per non poter soccorrere quelle povere sante anime”.
Da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987.
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