28 – Il servo di Dio P. Andrea Villani
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.
Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium.
- Nascita = 07-feb-1706
- Morte = 11-apr-1792
- Professione Temporanea = 09-mag-1743
- Professione Perpetua = 09-mag-1743
- Sacerdote = prima di entrare in Congregazione (Schiavone)
Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
Nella provincia di Salerno si trova un paese, detto Casale di Curteri; qui il 7 febbraio 1706 nacque l’inclito servo di Dio Andrea Villani. Ebbe antenati illustri che dalla Svizzera con Roberto loro capo si trasferirono a Napoli e diedero vita a una discendenza illustre in pace e in guerra, cui va iscritta la venerabile Maria Villano che l’Istituto del Divino amore venera come fondatrice.
In casa, sotto la guida della madre (il padre era morto precocemente) imparò il latino; poi, a Napoli proseguiti gli studi, vi conseguì la laurea in utroque. La pietà, assimilata con il latte materno, rafforzata anche dalla costanza nella preghiera, gli permise giustamente di ascendere al sacerdozio. Quindi, ritornato nella città natale, preferì mantenersi ritirato in casa piuttosto che vivere nella città, che gli avrebbe offerto occasioni per importanti incarichi.
In genere rimaneva nella sua stanza, sulla cui porta aveva scritto “Questo è il mio riposo”. E non ne usciva se non per assistere gli ammalati o evangelizzare i fedeli vicini con le sacre missioni. Ma poi ritornava a immergersi sempre più nella meditazione delle realtà divine.
Unitosi a S. Alfonso, come compagno carissimo delle missioni, si innamorò della Congregazione da lui fondata e vi entrò il 15 maggio 1737, dopo aver superato l’opposizione dei parenti. Cominciò il ministero apostolico con grandissimo entusiasmo e lo continuò per tutta la sua vita. Gli sembrava, infatti, di udire Cristo che gli diceva: “Figlio, ho redento ogni anima a prezzo del mio sangue: te le affido; salvale!”. Da queste parole facilmente si deduce come egli si sfiancasse a cercare la salvezza del prossimo.
Una volta gli accadde, con grave pericolo della sua vita, di fermare il braccio di un uomo che stava per scaricare il suo fucile contro il nemico e, portatolo davanti all’immagine della Madre di Dio, lo supplicò fino a che questi, gettata l’arma, si riconciliò con l’avversario. Un’altra volta, poiché una orribile pestilenza si era diffusa perla Sicilia, fece voto di recarvisi per portare il conforto della religione ai malati; ma quando fu sul punto di recarvisi, seppe che la pestilenza era passata.
Quando fu maestro dei novizi, faceva di tutto per formarli ad ogni virtù; e otteneva risultati appaganti: infatti tutti quelli che si distinsero per santità nel primo periodo della Congregazione erano usciti dalla sua scuola.
Le comunità, da lui guidate, ne ammirarono sempre il senno nel governare e la dolcezza nel trattare. Perciò, quando S. Alfonso fu eletto vescovo, gli venne affidato l’incarico di Vicario Generale per governarela Congregazione. Equando il Santo Dottore morì, fu eletto Rettore Maggiore.
Egli aveva sempre nascosto ai confratelli la sua nobile origine e si mostrò ai sudditi sempre con animo umile. Nessuno fu più modesto, nessuno più pudico; nutriva la brama di essere disprezzato ed ignorato; il suo desiderio era unirsi sempre più a Dio. Nutrì un particolare culto alla vergine Maria e al suo castissimo Sposo: amò immensamente Gesù bambino, sofferente, nascosto nella specie eucaristica.
Dio con miracoli rivelò la sua santità: infatti si narra che la pioggia, a lungo desiderata, venne giù abbondante dietro la sua preghiera. Tutti gli tributavano, concordi, elogi e stima.
Per le sue esequie affluì tutta la città di Nocera; e sulla sua immagine, dipinta subito dopo la sua morte, i Padri posero questa iscrizione: “Il Reverendissimo P. Andrea Villani, primo Rettore Maggiore dopo il fondatore della Congregazione del SS. Redentore, famoso per i suoi natali, ma di più per le sue eccelse virtù, soprattutto per il disprezzo di se stesso, l’affabilità, e il vivo trasporto verso la SS. Eucaristiae la Vergine Madredi Dio, all’età di 86 anni, dopo 50 anni di Congregazione, morì santamente a Pagani l’11 Aprile 1792.
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