Alessandro De Risio

15 – Il servo di Dio Alessandro De Risio
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.

Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium.

  • Nascita = 01-ott-1823
  • Morte = 20-apr-1901
  • Professione = 30-mag-1847
  • Sacerdote = 18-dic-1847
  • Vescovo = 06-mag-1872

 Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
Al servo di Dio Alessandro De Risio, detto il novello Liguori, diede i natali il 1° ottobre 1823 Scerno, città della provincia di Chieti. Frenò il suo carattere vivace (incline ai giochi dei bambini, ma non alle cattiverie) con la sua determinazione e la formazione ricevuta dai genitori e maestri.

Apprese lo studio delle lettere prima in casa, poi nel paese di Jesi, finché non fu accolto tra gli alunni del seminario di Chieti. Poiché possedeva un’intelligenza straordinaria, afferrava tutto ciò che gli veniva insegnato con tale prontezza da superare i compagni in velocità mentale. Appena ricevuti i sacri ordini, fu nominato professore di filosofia.

Per quanto riguarda la pietà, egli aveva dominato se stesso con tale tenacia da risultare un uomo diverso, pronto a praticare le virtù. Attratto dalle opere di S. Alfonso, capì di essere chiamato nell’Istituto da lui fondato; perciò all’insaputa dei genitori, nel 1846 entrò nella congregazione dei Liguorini e cominciò il noviziato nella casa di Ciorani.

Si può facilmente capire quanto dolore soffrisse il padre che non sopportava il distacco dal carissimo figlio. Mandò, infatti, l’altro figlio a Ciorani per distogliere Alessandro dal proposito messo in atto. L’intrepido giovane resistette al richiamo del sangue e della carne, e così, vinta la riluttanza del padre e spezzate facilmente le catene, poté consacrarsi a Dio.
Nel noviziato gettò le basi di quelle virtù, sulle quali in seguito costruì l’edificio spirituale che portò a termine felicemente. Emessi i voti religiosi e ordinato sacerdote nel 1847, fu inviato a Palermo; qui, dedicò ogni momento alla sua crescita spirituale per affrontare, meglio preparato, il ministero apostolico delle sacre missioni.

A Palermo rimase undici anni, evangelizzando quasi tutte le zone della Sicilia con le sacre missioni. E svolse questo compito con un profitto così grande per le anime che meritò di essere chiamato non solo l’apostolo della Sicilia, ma anche un novello Alfonso. Infatti non trascurò alcun mezzo adatto alla salvezza del prossimo. Assisteva tutti con il suo studio, il consiglio e la sua opera; teneva continue prediche; offriva riflessioni sante; ascoltava assiduamente confessioni; visitava gli ammalati; assisteva i moribondi; frequentava le carceri e gli ospedali e altre simili attività.
Nello svolgimento dei suoi doveri dimostrò sempre alacrità e assiduità. Perciò era normale sentire dire nelle città e nei villaggi: “Beato colui al quale è concesso ascoltare De Risio predicare o averne il consiglio per qualunque situazione”.

Quando nel 1860 scoppiò anche nelle regioni siciliane quella rivoluzione politica che abbatteva i diritti della Chiesa e degli istituti religiosi, Alessandro fu costretto a lasciare Palermo ed arrivò a Napoli: quasi un’altra tappa assegnatagli da Dio. Qui conservò la stessa condotta di vita tenuta a Palermo, perché non risparmiò né zelo, né fatiche né diligenza per la salvezza del prossimo. Sempre presente in chiesa, predicava ed insegnava a tutti le verità della fede e la dottrina cristiana.

La fama di tante fatiche e di così grande santità giunse inevitabilmente a Pio IX, il quale nel 1863 ordinò al sant’uomo, sebbene riluttante nella sua umiltà, di scegliere quale sede arcivescovile preferisse tra quella di Reggio e di S. Severina.
Non potendo sottrarsi all’ordine del Pontefice, scelse la sede di S. Severina più consona alla sua umiltà; ed in quell’incarico visse insieme ad alcuni compagni liguorini che erano stati dispersi dalla persecuzione politica e che egli aveva riunito e portato con sé.

Aveva deciso di non starsene mai in ozio e di pensare unicamente alla gloria di Dio; pertanto si dedicò più intensamente al servizio delle anime: rivolgeva di persona al popolo sante riflessioni, curava la formazione dei sacerdoti, ogni sabato predicava le lodi della Vergine; in quaresima istruiva i bambini; visitava la diocesi e teneva le sacre missioni, celebrò inoltre il sinodo diocesano.

Con un acquedotto, costruito a sue spese, fornì di acqua la città che ne era sprovvista; installò un orologio pubblico, accrebbe lo splendore del culto con la fornitura di sacri suppellettili e con l’ampliamento delle navate della chiesa; soccorse i poveri con tale generosità da esserne chiamato padre e protettore.

Quando da un herpes, che gli bruciava quasi tutto il corpo, fu impedito di svolgere il suo incarico, liberamente, con il permesso della S. Sede, ma tra il dolore e la tristezza di tutti i cittadini si ritirò a Pagani.
Vi trascorse il resto della vita, immerso nella contemplazione di Dio e tormentato giorno dopo giorno dalla sua fastidiosa malattia.
Ed egli, conformato alla volontà divina, ripeteva le parole dell’apostolo Paolo: “Ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo!”
Morì il 20 aprile 1901 e la pubblica voce era: “E’ morto un santo!”

Il Servo di Dio Alessandro De Risio (1823-1901) riconosciuto come un novello S. Alfonso per il suo zelo apostolico, fu arcivescovo di S. Severina in Calabria. Scrisse anche le "Croniche della Congregazione del SS. Redentore" pubblicate a Palermo nel 1858 (foto in AGHR).

 

One thought on “Alessandro De Risio”

  1. Egregi signori,
    sono Giammauro De Risio, Alessandro De Risio è un mio avo strettissimo.
    Vorrei solo precisare che egli nacque in “SCERNI” e non “SCERNO”, in provincia di Chieti.

    Cordiali saluti

    Giammauro De Risio

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