8 agosto
Se ognuno stimasse gli altri migliori di sé e si stimasse inferiore a tutti, con ogni facilità si adatterebbe a fare quello che gli altri fanno, giacché direbbe: se i migliori di me lo fanno perché non posso farlo io? (Ven. Domenico Blasucci in P. Di Coste, Un giglio olezzante della famiglia Redentorista, pag. 216 – Roma).
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- Lavando un giorno S. Alfonso i piatti in cucina con un novizio, questi per rispetto voleva levarglieli dalle mani, ma il santo resistette e non glielo permise, dicendo: «Che forse io sono migliore di te?»
- Il Fratello Vito Curzio nella mattina stessa in cui era entrato in Congregazione, ebbe il comando di servire a tavola. Non essendo ancora abituato a domare il suo amor proprio vi sentiva grande ripugnanza. Il demonio dipinse alla sua fantasia un tale comando come troppo obbrobrioso per lui. Si sentiva ripetere internamente: «Come, tu hai da servire a tavola? sei fatto servitore?» Assalito da questa tentazione pensava di vendicarsi contro chi gli aveva comandato quell’umiliante ufficio, quando vide un galantuomo che serviva a tavola, egli sentì allora una ispirazione che gli disse: “Questi può servire a tavole e tu no?” – Si fece forza, vinse se stesso e si pose a servire.
Da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987.
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