17 agosto
Chi si turba in essere corretto, dà segno che in esso regna ancora la superbia, e perciò taluno in vedersi ripreso, si sente disturbato, bisogna che si umili avanti a Dio, e lo preghi a liberarlo dalle mani della superbia che ancora vive nel suo cuore. (S. Alfonso in Selva di materie predicabili, Napoli 1817, cap. 7, n. 8 pag. 143).
- Si narra del venerabile Domenico Blasucci che spesse volte i superiori lo correggevano senza che egli avesse commesso alcun difetto, ma unicamente per provare la sua virtù. Allora il santo giovane, inginocchiatosi, riceveva le loro correzioni senza dire una parola di scusa. Avendogli detto una volta un superiore di scusarsi, egli modestamente rispose: “Ditemi, Padre, come debbo dire se sono pieno di difetti?”
Da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987.
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