Abate Luigi (Luca) redentorista

  Fratello Luca Abate (1900-1998) – Italia.

Il 10 aprile, a mezzogiorno di venerdì santo, poche ore prima della solenne commemorazione della morte di Gesù, il fratello Luca Abate, amorevolmente assistito e confortato dal P. Manera, ci ha lasciato per il Regno dei cieli, alla veneranda età di 97 anni e 5 mesi.
Il rito funebre, presieduto dal P. Superiore di Pagani, P. Mario Esposito, si è svolto il giorno dopo, sabato santo, nella cappella della Congrega alla presenza dei confratelli della Comunità e di alcuni parenti. Dopo il rito, venendo incontro alla volontà precedentemente manifestata dal Confratello e al desiderio dei parenti, è stato concesso che la salma fosse trasportata al cimitero di Montesarchio (BN), paese nativo, e tumulata nella cappella di famiglia.

Fratello Luca Abate era nato a Montesarchio il 6 novembre del 1900 da Abate Domenico e Gennara Cocozza; al battesimo, avvenuto lo stesso giorno della nascita, gli fu dato il nome di Luigi.

Di natura fragile e malaticcio ebbe una infanzia molto difficile pur provenendo da una famiglia agiata economicamente. Tra l’altro iniziò a parlare tra i quattro e i cinque anni; di conseguenza iniziò a frequentare la scuola all’età di dodici anni giungendo fino alla quarta classe.
Nelle notizie biografiche, stese di proprio pugno, il Confratello ci ha lasciato parecchi particolari della sua infanzia, giungendo a ricordare che ebbe 4 maestri, di cui tre cattolici e uno ateo e i molti pericoli di morte da cui era scampato. Vissuto in un contesto famigliare molto religioso, fu educato, fin da piccolo, a frequentare la chiesa e a pregare.
Con lo scoppio del primo conflitto mondiale dovette abbandonare la scuola e dedicarsi, insieme al padre, alla cura dei campi e del bestiame, essendo l’altro fratello partito per la guerra. Anche il giovane Luigi fu chiamato alle armi, ma fu riformato essendo risultato alto m. 1,44.

La prima proposta per la vita religiosa gli fu fatta da un sacerdote Passionista, il P. Enrico, giunto a Montesarchio insieme con altri confratelli per la missione popolare; i genitori, però, per non privarsi di un valido sostengo nei lavori dei campi, non gli permisero di seguire i Passionisti e neppure, più tardi, di entrare tra i Gesuiti.
Successivamente a Montesarchio giunsero i Redentoristi per un corso di esercizi di 15 giorni. Intanto la guerra era finita ed egli era diventato maggiorenne e, tramite una signora che si confessava dal P. D’Elia, il giovane si tenne in stretti rapporti epistolari con i Redentoristi, coltivando sempre più decisamente il proposito di diventare religioso, pur perdurando l’opposizione della famiglia. Il 5 maggio del 1923 finalmente fuggì di casa e andò a S. Angelo a Cupolo chiedendo di essere accolto tra i Redentoristi.
Il 5 novembre del 1925, dopo circa due anni e mezzo di postulantato, fu ammesso al noviziato a Pagani. Dopo la professione, avvenuta il 20 novembre del 1926, fu assegnato a S. Andrea sullo Jonio e dopo due anni, a causa della malaria, fu trasferito a Lettere.
Nel 1934 fu assegnato a Napoli, dove risedette fino al 1938, quando colpito da tisi venne di nuovo trasferito a S. Andrea sullo Jonio; nel 1942 lo troviamo a Francavilla Fontana da dove, nel 1947, a causa di una ricaduta di malaria fu trasferito a Teano.
Nel 1948 i superiori lo assegnarono a Corato, nel 1951 a Ciorani e nel 1952 di nuovo a Teano. Nel 1954 lo troviamo a Morcone, nel 1955 a Materdomini e, dopo poco tempo, di nuovo a S. Andrea; poi nel 1958 a S. Angelo, nel 1959 a Tropea e il 3 giugno del 1961 a Scala dove è rimasto per 34 anni.
In questa Comunità lo ha conosciuto e lo ricorda la maggior parte della Provincia, avendo legato il suo nome e il suo lavoro alla custodia dei luoghi natali della nostra Congregazione.

Nel 1995, per ragioni di età e di malattia, fu trasferito nella casa di cura di Pagani.
Persona semplice e laboriosa; nella sua lunga vita di religioso ha fatto proprio il motto di S. Benedetto “Ora et labora”.
Anche negli ultimi anni di vita, quando ormai le forze lo avevano abbandonato, lo si vedeva sempre con la corona in mano e, con chiunque parlava, immancabilmente il discorso cadeva sulla preghiera, sulla Madonna, su S. Alfonso e sui lavori impellenti da fare nell’orto.
Il Signore lo ha chiamato a sé il venerdì santo, giorno dedicato al dono e all’amore; è bello vedere in questa circostanza un segno della perfetta somiglianza e imitazione del Cristo Redentore da parte del Confratello in vita e in morte.
Sono certo che, consacrato a Cristo per quasi un secolo, unito a Lui nella morte, con Lui è risorto per la vita eterna, godendo il premio del servo fedele nella gloria dei santi.
Voglia il caro fratello Luca intercedere per la nostra Provincia religiosa e ottenere dal Signore attaccamento e fedeltà piena alla nostra vocazione e nuove e sante vocazioni alla vita di fratello coadiutore.

P. Antonio Di Masi
Superiore Provinciale

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Dalla Lettera Circolare
del 25 aprile 1998

Fratello Luca, all'anagrafe Luigi, ha amato la sua vocazione di redentorista, l'umile lavoro e si è dintinto nella disponibilità ad accogliere tutti: confratelli e visitatori.
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Altro Profilo

FR. (Luca) Abate Luigi
di Domenico e Gennarina Cocozza.
(profilo scritto mentre era ancora in vita)

Nato a Montesarchio (Dioc. e Prov. Benevento) il 6.11.1900; Prof. 20.11.1926.

E il fratello sempre e da tutti desiderato.
1927 a S. Andrea I. (con Clemente, Camillo…)
930 a Lettere (con Paolo, Celestino, Michelangelo…)
1936 a Napoli (con Pasquale, Cesare…)
1948 a Teano (con Vincenzo…)
1955 a Morcone (con Aquilino)
1960 a Tropea (con Alfonso)
1974 a Scala… fino ad oggi.

È chiamato il guardiano di Scala e si dedica nelle ore libere al giardinaggio. In un pezzetto di terra tira fuori tutti gli ortaggi, in ogni stagione, per la Comunità. Lavora con vera passione, nonostante un’ernia ombelicale che lo tortura!
È sempre disponibile per lavoro dei Padri ed anche delle Suore Redentoriste. I nostri Confratelli Redentoristi Provinciali, ed Esteri, che visitano i Ricordi di S. Alfonso a Scala, sono accolti da lui, a qualunque ora, con il sorriso e le braccia aperte… e accetti di gradita ospitalità.
Non conosce l’impazienza” (P.M.S.).

da Ricordi di fraterni amici
di P. Francesco Santoli
Tip. Lioni 1980.

Corato 1949 - Frate Luca tra i Padri e gli aspiranti redentoristi.(foto Archivio Materdomini).

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Fratello Luca al tramonto, nella infermeria della Casa di Pagani.

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