A TE SOSPIRIAMO, GEMENTI E PIANGENTI

12. “A TE SOSPIRIAMO, GEMENTI E PIANGENTI IN QUESTA VALLE DI LACRIME”

 San Bernardo dice che, come un uomo e una donna hanno cooperato alla nostra rovina, così fu conveniente che un altro uomo e un’altra donna cooperassero alla nostra redenzione: Gesù e Maria sua Madre.

Senza dubbio, dice il Santo, Gesù Cristo da solo è stato più che sufficiente per redimerci, ma “fu più conveniente che entrambi i sessi cooperassero alla nostra redenzione, così come ambedue erano stati corresponsabili della nostra rovina”. […]
Dio ha potuto creare il mondo dal nulla, ma quando il mondo si è perduto a causa del peccato, non ha voluto ripararlo senza la cooperazione di Maria. […] Perciò il Signore ha stabilito che Maria, avendo cooperato con tanto amore per gli uomini e con tanta gloria per il Signore alla redenzione di tutti, tutti poi ottengano la salvezza per mezzo della sua intercessione. […]

Disse Gesù Cristo: Nessuno può venire a me se il Padre non lo attira (Gv 6,44). Con parole simili, secondo Riccardo di san Lorenzo, egli dice di sua Madre: “Nessuno viene a me se la madre mia non lo attira con le sue preghiere”. Gesù era il frutto di Maria, come le disse santa Elisabetta: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno (Lc 1,42). Ora, chi vuole il frutto deve andare all’albero. Così chi vuole Gesù deve andare da Maria, e chi trova Maria trova certamente anche Gesù. […]

È come la nave di un mercante, che fa venire da lontano il suo pane (Pr 31,14). Maria fu questa felice nave che dal cielo portò a noi Gesù Cristo, pane vivo, disceso dal cielo per donarci la vita eterna (cf. Gv 6,51). Nel mare di questo mondo, scrive Riccardo di san Lorenzo, si perderanno tutti coloro che non si troveranno su questa nave, cioè sotto la protezione di Maria. Perciò ogni volta che ci vediamo in pericolo di perderci per le tentazioni e le passioni della vita presente, dobbiamo ricorrere a Maria, gridando: “Signora, aiutaci, salvaci, se non vuoi vederci perduti”. […]

Nella Genesi è scritto che il faraone disse a Giuseppe: La terra d’Egitto è nelle tue mani (Gen 47,6); e tutti coloro che ricorrevano a lui per un aiuto li mandava da Giuseppe: Andate da Giuseppe (Gen 41,55). Così Dio, quando noi gli chiediamo delle grazie, ci manda da Maria: “Andate da Maria”. […] Perciò san Bernardo, rivolgendosi a Maria, le dice: “Per te abbiamo accesso al Figlio, o Madre della grazia e della salvezza, affinché per mezzo tuo ci riceva colui che per mezzo tuo ci è stato donato”. Come abbiamo accesso presso l’eterno Padre soltanto per mezzo di Gesù Cristo, così abbiamo accesso presso Gesù soltanto per mezzo di Maria. Per questo il Santo la chiama “Madre della grazia e della nostra salvezza”. […]

Comprendiamo così la ragione per cui la santa Chiesa ci fa invocare e salutare la Madre di Dio con l’appellativo “speranza nostra”. Lutero non sopportava che la Chiesa romana chiamasse Maria, che è una creatura, nostra speranza e nostra vita. Egli diceva che solo Dio e Gesù Cristo, nostro mediatore, sono la nostra speranza, e che Dio maledice chi ripone la propria speranza in una creatura, secondo le parole di Geremia: Maledetto l’uomo che confida nell’uomo (Ger 17,5). Certamente è maledetto chi mette la sua speranza in una creatura indipendentemente da Dio, poiché Dio è l’unica fonte e il datore di ogni bene e senza di lui la creatura non ha niente e non può dare niente. Ma se il Signore ha disposto che tutte le grazie passino per le mani di Maria come da un canale di misericordia, possiamo, anzi dobbiamo affermare che Maria è la nostra speranza, per mezzo della quale riceviamo le grazie divine. […]

Procuriamo dunque, ci esorta san Bernardo, di venerare con tutto l’affetto del cuore la nostra divina Madre, perché questa è la volontà del Signore e perché ogni bene e grazia divina la riceviamo per mano di Maria”.
(da Le Glorie di Maria, Parte I, V, 2)

Ogni giorno un’immagine di Maria

"Chi vuole il frutto deve andare all’albero. Così chi vuole Gesù deve andare da Maria, e chi trova Maria trova certamente anche Gesù".

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