Il cammino del vescovo Alfonso Maria de Liguori: 1762-1775.
36. A chi gli cercava una sua reliquia.
Dribblava chi gli cercava una “sua reliquia”.
Con termine calcistico oggi diremmo che S. Alfonso sapeva dribblare i cercatori di “sue reliquie”; non si faceva giocare facilmente.
Da psicologo perspicace intuiva dove andavano a parare certe mosse e riusciva a stroncare i piani architettati con astuzia, appena nati.
I padri Gesuiti, che a onore della loro intelligenza furono i primi ad apprezzarlo, lo veneravano assai, per cui s’industriavano di avere qualcosa che gli fosse appartenuta.
Come fare per strappare una reliquia a quel benedetto uomo, che si teneva guardingo, agli antipodi del culto della persona? Ricorsero ad uno stratagemma invitandolo a pranzo nella casa professa di Napoli con una ragione che sembrava urgente.
Il p. De Matteis, che fu superiore generale a Napoli nel 1761-1766, e gli voleva un gran bene, preparò il colpo, sicuro del successo. Aveva messo gli occhi sulla fascia, che il Santo portava ai lombi per stringere la talare. Cominciò a dirgli con aria indifferente ch’era troppo sdrucita e che non conveniva alla sua carica, tanto più che il filo usato per rammendarla si era sbiancato e faceva una figura curiosa… E concluse la parlata amichevole: “Ecco qui una fascia meno logora: facciamo il cambio“.
Sant’Alfonso per non contristare il caro offerente accettò la fascia nuova ringraziandolo allegramente… ma si ritenne anche la vecchia, mentre i reverendi padri delusi si guardavano in faccia, ammiccandosi: “Ce l’ha fatta!”
(da Oreste Gregorio, Monsignore si diverte, p. 132-133)
________________
Galleria di statue di S. Alfonso vescovo
Avvertenza: i lettori possono completare le informazioni sulle foto che vengono pubblicate (scultore, anno…) scrivendo un commento che verrà pubblicato.