37. A caccia del posto.
Noi siamo le tue membra, o Cristo.
Il corpo è uno, con molte membra,
e le membra pur essendo tante,
costituiscono un corpo solo.
Questo vale anche per te, Cristo.
Perché, da uno Spirito solo,
tutti noi siamo stati battezzati
nel tuo solo corpo:
giudei o greci, schiavi o liberi.
Se il piede dicesse:
«Poiché non sono una mano,
non appartengo al corpo»,
non per questo non farebbe più
parte del corpo.
E se l’orecchio dicesse:
«Poiché non sono un occhio;
non appartengo al corpo»,
non per questo
non farebbe più parte del corpo.
Signore, insegnami bene
questa lezione una volta per tutte!
Se il corpo fosse tutt’occhio
dove sarebbe l’udito?
Se il corpo fosse tutt’orecchio,
dove sarebbe l’odorato?
Ma tuo Padre ha disposto gli organi,
ciascuno come ha voluto.
Così l’occhio non può dire alla mano,
«non ho bisogno di te»,
neanche la testa ai piedi.
Al contrario, le parti del corpo
che sembrano più deboli,
sono indispensabili,
e quelle che consideriamo
meno decorose,
le trattiamo con più decenza.
Tuo Padre ha predisposto così il corpo,
che in esso non ci possa essere
nessuna disarmonia,
ma che le membra
possano avere la stessa premura
le une per le altre.
Se un membro soffre
le membra soffrono assieme.
Se un membro è onorato
le membra gioiscono tutte.
Ora siamo noi il tuo Corpo; Cristo,
e tue membra,
ciascuno per la sua parte.
Tuo Padre ha stabilito, nella Chiesa,
al primo posto gli apostoli,
quindi i profeti, i maestri,
gli assistenti, gli amministratori
e una varietà grande
di ministeri e occupazioni.
Aiutaci, ti preghiamo,
ad assumerci le nostre responsabilità,
sempre con alacrità e gioia.
(Prima Lettera ai Corinzi, cap. 12,12-28)
Tutti dobbiamo mettere da parte la nostra meschina ricerca di una posizione di prestigio e imparare a cercare una più alta realizzazione di noi stessi nel ruolo che ci è stato affidato, individualmente, da Dio.
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Paul Hilsdale
Nel Signore Gesù – Preghiere dalle lettere di Paolo
ed. 2004
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