9. Maria, un "sì' nella gloria,
segno di sicura speranza per la Chiesa
Assunta nella gloria
Eccoci all'ultimo mistero mariano, conseguenza e coronamento,
esigenza suprema, fioritura e traguardo finale di tutti gli altri.
Dio fin dall' eternità aveva chiamato Maria ad una missione
eccezionale ed unica: la maternità del Cristo e la collaborazione
con lui alla redenzione del mondo. Conosciuto il disegno divino, la
Vergine l'accoglie generosamente e lo porta a compimento in modo
pieno e perfetto. Si attua così per mezzo di Cristo e di Maria,
l'opera di salvezza del genere umano.
Immacolata e piena di grazia fin dalla sua concezione, tutta pura e
santa, assolutamente esente da ogni ombra di peccato originale o
personale, avendo inoltre compiuto un immenso cammino nella via
della santità per l'intero corso della sua vita, Maria non solo non
era soggetta ad alcuna pena del peccato e della morte, ma le
spettavano invece una ricompensa incomparabile e la vita senza fine.
La sua esistenza sulla terra, pertanto, non poteva terminare che con
la "fioritura" della grazia e della santità nella gloria, cioè con
l'esaltazione e la glorificazione in anima e corpo in cielo.
Madre di Cristo e a lui indissolubilmente unita da strettissimi
legami naturali e soprannaturali, la Vergine aveva donato a Gesù la
carne mortale ed egli l' aveva ricambiata comunicandole la sua vita
immortale. Come dunque avrebbe potuto essere preda della morte? Non
solo madre di Cristo, ma a lui intimamente configurata e nella sua
missione associata, Maria, dopo aver collaborato con lui e
riprodotto fedelmente in sé il mistero di Cristo nella sua fase
terrena, cioè nel suo abbassamento, nelle sofferenze e nella morte,
doveva venire ugualmente configurata e associata al mistero di
Cristo anche nella fase celeste, nel suo trionfo e nella sua gloria,
con la glorificazione anche del suo corpo verginale.
Maria è il più chiaro esempio e la dimostrazione della verità della
parola della Scrittura: " Se partecipiamo alle sue sofferenze,
parteciperemo anche alla sua gloria".(Rm 8, 17). Nessuno ha sofferto
con Gesù come Maria e nessuno perciò è più glorificato con Gesù come
lei. La Vergine dunque sarà là dove è Cristo e come è Cristo anche
oltre la morte, condividerà pure pienamente la sua gloria, in
corrispondenza all' incommensurabile capitale di grazia accumulato
coi meriti della sua vita e della sua missione sulla terra. Maria
infine doveva. essere con Gesù, "primizia di coloro che. sono
morti...che risuscitano dai morti" come dice S. Paolo (1 Cor 15, 20;
Col 1,18); cioè. "tipo", modello, esemplare della nostra
resurrezione e glorificazione.
Dopo aver contemplato Maria sulla terra come segno di ciò che la
Chiesa deve essere, nel mistero della sua assunzione, contempliamo
Maria come segno di ciò che la Chiesa sarà. Nella Lumen Gentium
leggiamo: "La Madre di Gesù come in cielo, in cui è già glorificata
nel corpo e nell'anima, costituisce l'immagine e l'inizio della
Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell'età futura, così sulla
terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno
di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il
giorno del Signore" (n.68).
Secondo la dottrina della Chiesa cattolica Maria è entrata nella
gloria non solo con il suo spirito, ma integralmente con tutta la
sua persona, come primizia, dietro Cristo, della risurrezione
futura.
Mistero che continua
Che parte abbiamo ormai noi nel cuore e nei pensieri di Maria? Ci ha
forse dimenticati nella sua gloria? Come Ester, introdotta nel
palazzo del Re, ella non si è dimenticata del suo popolo minacciato,
ma intercede per esso, finché non sia tolto di mezzo il nemico che
lo vuole distruggere. Chi più di Maria potrebbe fare sue queste
parole di santa Teresa di Gesù Bambino: " Sento che la mia missione
sta per cominciare: la mia missione di far amare il Signore come io
l'amo. Se Dio misericordioso esaudisce i miei desideri, il mio
paradiso trascorrerà sulla terra fino alla fine del mondo. Sì,
voglio passare il mio cielo a fare del bene sulla terra". In questo,
Teresa di Gesù Bambino ha scoperto e fatta sua, senza saperlo, la
vocazione/missione di Maria. Ella passa il suo cielo a fare del bene
sulla terra.
Maria intercede. Di Gesù risorto è detto che vive "intercedendo per
noi." (Rm 8, 34). Gesù intercede per noi presso il Padre, Maria
intercede per noi presso il Figlio. Giovanni Paolo II dice: "la
mediazione di Maria ha un carattere di intercessione" (Redemptoris
Mater 21). Ella è mediatrice nel senso che intercede. La potenza
d'intercessione di Maria si fonda sul suo amore per Dio. Se Dio ha
promesso di dare tutto ciò che noi gli chiediamo secondo la sua
volontà, tanto più egli fa tutto ciò che Maria chiede, perché ella
chiede solo ciò che è secondo la volontà di Dio.
Ma noi non stiamo parlando di astratte deduzioni. Che Maria ottenga
le grazie e l'aiuto alla Chiesa peregrinante è vero per ché è
accaduto ed è constatabile. La funzione di Maria può essere
illustrata con l'immagine della luna. La luna non brilla di luce
propria, ma della luce che riceve dal sole e che riflette sulla
terra; anche Maria non brilla di luce propria, ma della luce di
Cristo. La luna fa luce di notte, quando il sole è tramontato e
prima che sorga di nuovo, e anche Maria spesso fa luce a quelli che
attraversano la notte della fede e della prova, o che vivono nelle
tenebre del peccato, se si rivolgono a lei e la invocano. Quando al
mattino sorge il sole, la luna si fa da parte e non pretende certo
di gareggiare con esso; così quando Cristo viene nell' anima e la
visita con la sua presenza, Maria si fa da parte e dice come
Giovanni Battista: "Ora la mia gioia è compiuta: "egli deve crescere
e io diminuire"(Gv 3, 29).
Uniti con Maria nel ringraziamento
Tutto questo è ciò che Maria è e fa per noi. E noi che possiamo fare
nei suoi confronti?
Possiamo aiutarla a ringraziare la Trinità per ciò che ha fatto per
lei. Il salmo 34 dice: "Magnificate il Signore con me, esaltiamo
insieme il suo nome ". Lo stesso dice a noi Maria. Non c'è forse
gioia più grande che possiamo darle che quella di far salire, anche
dalla terra, il suo cantico di lode e di ringraziamento aDio per le
grandi cose che ha fatto in lei.
E poi l'imitazione. Se davvero amiamo, imitiamo. Non c' è frutto
migliore dell' amore che l'imitazione. Tutto il nostro cammino con
Maria deve diventare un modo di imitarla, di prenderla sul serio
come guida esperta nel cammino verso la santità.
Contemplandola mentre sale al cielo "in anima e corpo", ci
ricordiamo anche di un'altra assunzione al cielo, anche se
certamente diversa della sua: quella di Elia: Prima di vedere il suo
maestro scomparire in un carro di fuoco, il giovane discepolo Eliseo
chiese: "Due terzi del tuo spirito. diventino miei "(2 Re 2, 9).
Noi osiamo chiedere ancora di più a Maria nostra madre e maestra:
che tutto il tuo spirito, o Madre divenga nostro! Che la tua fede,
la tua speranza e la tua carità divengano nostre; che la tua umiltà
e semplicità divengano nostre. Che il tuo amore per Dio divenga
nostro!
Possa diventare per noi realtà ciò che dice S. Ambrogio: "Sia in
ciascuno l'anima di Maria per magnificare il Signore, sia in
ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio".
P. Maurizio Iannuario |