3 marzo
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1831. La Teologia Morale di S. Alfonso e il “Nil censura dignun”
1831. La Teologia Morale di S. Alfonso e il “Nil censura dignun”
Quando la Teologia morale di S. Alfonso apparve in Francia, fu fortemente avversata e qualificata come immorale. Disse un autore: “Fosse piaciuto a Dio che essa non avesse mai visto il giorno, o che per lo meno che fosse purgata dagli errori prima di essere stampata!”.
Monsignor Charles-Eugène de Mazenod, fondatore degli Oblati di Maria Immacolata, poi vescovo di Marsiglia e il cardinale Gousset ne furono zelanti promotori.
Per chiudere la bocca ai censori intolleranti, il futuro cardinale Gousset, allora Vicario Generale di Besançon, ebbe l’idea di fare arrivare la questione a Roma.
Il cardinale di Rohan Chabot scriveva alla sacra Penitenzieria: «Alcuni ecclesiastici della diocesi di Besançon attaccano la morale del Beato Liguori come troppo lassista, pericolosa per la salvezza, contraria ai buoni costumi; un professore di teologia propone i seguenti dubbi:
- 1° Può un professore adottare ed insegnare tutte le opinioni del Beato?
- 2° Si deve condannare un confessore che, nel tribunale della penitenza, segue in pratica tutte le opinioni del Beato Liguori, senza ponderare le ragioni su cui si poggia, sente dosi autorizzato dal decreto Nil censura dignum per giudicare tutte le sue opinioni come sane, sicure, conformi alla santità del Vangelo?».
La Sacra Penitenzieria autorizzò i professori ad insegnare tutte le opinioni di S. Alfonso e i confessori a seguirle, secondo il tenore della supplica.
Il papa Cregorio XVI confermò questa decisione, «talmente eccezionale, disse l’avvocato della causa del Dottorato, che credo sia unica nella storia della Chiesa».
(P. Berthe. Vie de Saint Alphonse, II, pp. 672, 673).
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1874. Congregazione antipreparatoria per l’esame dell’eroicità delle virtù del Venerabile Clemente Maria Hofbauer
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IN MEMORIAM
P. François Lorthioit. Châteauroux. 1875.
Nato a Tourcoing, diocesi di Lille, il 29 febbraio 1832, il P. Lorthioit aveva ricevuto da una educazione cristiana una fede robusta e semplice. Fu zio dei due Padri Paul e Jean-Baptiste Lorthioit.
Grazie alla sua semplicità di cuore, lo Spirito Santo aveva potuto sviluppare senza ostacoli queste due virtù che riassumono tutta la sua vita: l’amore alla contemplazione e la carità verso il prossimo. Missionario, rettore di Saint-Nicolas-du Port, Maestro dei novizi per dieci anni in Avon, poi Rettore a Châteauroux, lasciò dappertutto una fama di santità.
Il suo scopo, come eccellente Maestro dei novizi, era sviluppare in essi un grande spirito di fede, una vera unione, attuale e costante con Dio, un amore pratico verso nostro Signore Gesù Cristo e una devozione non meno pratica verso Maria Addolorata e san Giuseppe!
Con questo scopo, additava ai novizi Gesù come vittima di espiazione che si immola corpo e anima, per nostro amore, nell’infanzia, nella vita pubblica, nella Passione, nell’Eucaristia e richiamava i futuri Redentoristi allo stesso spirito di immolazione. Fu il vero Maestro descritto dalla Regola. Fu anche un grande direttore spirituale sia in Saint-Nicolas-du Port che a Châteauroux.
La sua morte prematura arrecò grande dolore. I funerali ebbero più l’aspetto di un trionfo che di una cerimonia funebre. Felice colui che il Signore, quando verrà, troverà così impegnato nel compimento del doppio comandamento della carità. – «Beati mundo corde, quoniam ipsi Deum videbunt». Mt 5,8.
Professione: 2 agosto 1852
Ordinazione sacerdotale: 2 giugno 1855
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Fr. Agenor Dominguez. Astorga, 1895. Studente.
Nato l’8 ottobre 1873 a Puebla de Trèves, Fr. Dominguez durante la sua vita diede prova di grande virtù. Studente in Astorga, era uno dei migliori talenti del corso: non faceva mostra della sua intelligenza, ma la nascondeva con modestia e semplicità.
Aveva a cuore la propria santificazione. Non volendo mancare di carità nelle discussioni teologiche, si era accordato con un confratello di dargli un segnale convenuto, quando si lasciava trasportare dal suo ardente carattere.
Non rifiutava mai un piacere a chi glielo chiedeva, consolava i confratelli nelle loro sofferenze e pregava per la loro perseveranza nella vocazione. Rispettoso dei superiori, soffriva quando in sua presenza si mormorava contro il loro modo di agire. Aveva un grande amore per la Congregazione.
Affetto da febbre tifoidea, diede prova di grande virtù: lo si vide rifiutare di bere al culmine della febbre e di scegliere rimedi più amari per mortificazione. Parlando della sua prossima morte diceva: “Perché dovrei temerla; né prima né dopo il mio ingresso nell’Istituto ho commesso nessun peccato mortale; sono dispiaciuto, è vero, di morire senza aver potuto rendere un qualche servizio alla Congregazione, ma cercherò di contraccambiare dal cielo con le mie preghiere.
Questo giovane studente di 22 anni morì come era vissuto, con la semplicità e la bontà di un angelo – «Consummatus in brevi, explevit tempora multa». Sap. 4,13.
Professione: 8 settembre 1892.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |