1 marzo – Quar.9 – Liberaci dal male.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, o Signore;
hai aumentato in me il coraggio (Salmo 138, 3).
• Ti ringrazio, Signore, con tutto il mio cuore… ringrazio il tuo nome per la tua bontà e per la tua fedeltà…
Nel giorno in cui ti invocai, mi hai risposto; hai aumentato il coraggio nella mia anima… Sì, tu sei eccelso, eppure riguardi l’umile, mentre consideri il superbo da lontano.
Se mi trovo in mezzo all’angustia, mi ravvivi; stendi la tua mano contro l’ira dei miei nemici; mi salva la tua destra…
Signore, la tua bontà é eterna, non trascurare l’opera delle tue mani.
(Salmo 138, 1‑3).
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• Signore, io non avrò salvezza se non in te; se tu non sarai il mio riposo, non potrà essere guarita la mia infermità. Sii tu per me un Dio protettore e un asilo sicuro per farmi salvo.
Scegliendomi un altro asilo, io non potrò essere salvo… Fuggendo da te, non ho dove andare fuorché presso di te; per evitare la tua ira ricorrerò al tuo perdono. Poiché tu sei la mia fermezza e il mio rifugio,… per ripigliar fermezza da te, quando mi sentirò infiacchito in te cercherò rifugio. Mi dia fermezza la tua grazia, facendomi irremovibile dinanzi a qualsiasi tentazione del nemico.
Ma io porto in me l’umana fragilità, porto ancora i ceppi della primiera schiavitù, ho nelle mie membra una legge che si oppone alla legge della mente e mi vorrebbe trascinare schiavo della legge del peccato: ancora il corpo corruttibile aggrava l’anima.
Per quanto io mi senta fermo mercé la tua grazia, pure, finché continuo a portare in questo vaso di terra il tuo tesoro, devo sempre vivere in apprensione per causa dello stesso vaso di creta.
La mia fermezza per star saldo contro tutte le tentazioni di questo mondo, sei tu; ma se le tentazioni si moltiplicano e mi mettono sgomento, allora tu sei il mio rifugio.
(S. Agostino, In Ps 70, I, 5).
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da “Intimità divina”
Roma 1992