17 febbraio = La beata speranza.
O Signore, insegnami «a vivere con saggezza, giustizia e pietà in questo secolo,
in attesa della beata speranza» (Tt 2, 12-13).
• Signore… ti ho amato con tutta l’anima e la vita mia.
Sarò felice di vederti e tu mi darai il riposo; ormai non vivrò più in questo mondo;… riceverò la vita che non conosce né pena, né preoccupazione, né angoscia, né persecutore né perseguitato, né oppressore né oppresso, né tiranno né vittima…
Le ferite dei miei piedi guariranno in te, o via di tutti i pellegrini; la stanchezza delle mie membra troverà riposo in te Cristo, crisma della nostra unzione.
In te, calice della nostra salvezza, sparirà la tristezza del mio cuore; in te, nostra consolazione e nostra gioia, si asciugheranno le lacrime dei miei occhi.
(S. Simeone di Seleucia, da Preghiere dei primi cristiani 83).
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• Delizia mia, Signore del creato e Dio mio, fino a quando dovrò aspettare per vederti di presenza?
Che rimedio offri a chi quaggiù ne ha così poco per avere un po’ di sollievo fuori di te? Oh, vita lunga! vita amara! vita che non si vive! Oh, desolata solitudine che non ha rimedio!
Quando dunque Signore? Quando?… Che farò io, mio Bene, che farò? Desidererò forse di non più desiderarti? Ah, mio Dio e Creatore mio! Tu ferisci e non dai il rimedio; piaghi e le piaghe non si vedono; uccidi per lasciare più vivi…
Dal suo stretto carcere l’anima mia desidera la libertà, ma sempre a patto di non allontanarsi in nulla da quello che vuoi tu.
Gloria mia, o fa’ che il suo spasimo aumenti, o apportale un rimedio radicale.
O morte, o morte, come ti si può temere se in te è la vita!
Eppure, chi non temerà dopo aver trascorso parte dei suoi giorni senza amare il suo Dio?
E poiché questo è il caso mio, che cosa chiedo e desidero? Forse il castigo meritatomi con i miei peccati?
Non permetterlo, mio Bene, per il molto che ti è costato redimermi!
(S. Teresa di Gesù, Esclamazioni 6, 1‑2).
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da “Intimità divina”
Roma 1992