24 gennaio
EFFEMERIDI C.Ss.R. = 1864. Apertura del Processo Ordinario di Vienna relativo alla Beatificazione del Servo di Dio Clemente Maria Hofbauer.
1864. Apertura del Processo Ordinario di Vienna relativo alla Beatificazione
del Servo di Dio Clemente Maria Hofbauer.
Da cento anni in Germania non ci si era occupati di un processo di questo genere, ma il passaggio della residenza a Roma del Rettore Maggiore nel 1855 ed il viaggio del cardinale di Vienna nella città eterna favorì la prima apertura relativa alla causa di Clemente Maria.
La prima seduta si aprì il ventiquattro gennaio. L’ascolto dei testimoni richiese novantacinque sedute. Il processo detto di “non cultus” seguì il processo ordinario; richiese venticinque sedute.
Notiamo che l’imperatore Francesco-Giuseppe dell’Austria fu uno dei primi a chiedere al papa l’onore degli altari per Clemente-Maria: il Liguori del Nord “, come lo si chiamava.
(P. Haringer. Vita della S. Clemente-Maria, p. 374).
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1909. Il Papa Pio X approva i miracoli proposti per la Canonizzazione del Beato Clemente Maria Hofbauer.
Quarantacinque anni dopo l’apertura del Processo Ordinario relativo alla Beatificazione del Servo di Dio, il Papa Pio X approvava questi due miracoli:
– 1° miracolo – Nel 1895 la suora Vigora Verzinger, terziaria francescana, contrae la tubercolosi curando le sue sorelle colpite dalla stessa malattia. Il medico, vedendo i progressi del male, consiglia l’aria natale. Obbligata a lavorare duramente dai suoi genitori, diventa tisica in stato avanzato. Mandata all’ospedale, chiede di tornare alla sua casa religiosa di Mallesdorf (Baviera) per morirvi. Ottiene questo favore. Ammessa nella sala dei malati gravi, si unisce alle preghiere fatte dalla comunità al Beato Clemente per gli altri malati e gli chiede la sua guarigione. Era il primo venerdì del mese di febbraio 1897. La malata predice allora la sua guarigione entro tre giorni. Difatti, il lunedì seguente, 8 febbraio 1897, si alza perfettamente guarita.
– 2° miracolo – La Signora Amelia Conti originaria della Provincia di Caserta e sposata a Napoli, in seguito ad una caduta aveva contratto un’artrite secca al ginocchio sinistro. Ben presto il male si trasformò in un’anchilosi molto evidente. Avendo ricevuto dal vescovo di Alife, suo luogo di origine, diversi libri, tra cui la Vita del Beato Clemente-Maria, ed una reliquia dello stesso Beato, recita in suo onore cinque Pater, Ave e Gloria, chiedendo la sua guarigione “per la gloria di Dio e la salvezza della sua anima”. A questo punto, ella si sente abbattuta, i dolori l’invadono, vuole coricarsi quando sente una voce: “Getta le tue stampelle!” – Ella risponde a voce alta: “Ecco, getto le mie stampelle!”.
Accorre sua sorella ed anche l’infermiera; ma lei, ponendo per terra il piede, lo sente guarito e si mette a camminare per la camera. Era il 5 marzo 1905.
(P. Benedetti. Vita di San Clemente, pp. 206-210).
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IN MEMORIAM
Fr. Jean-Auguste Gentes. Varallo 1926. Studente.
La Provvidenzapose la culla di questo giovane Studente al centro di una regione rimasta fedele all’antica fede, feconda di vocazioni religiose e sacerdotali. Jean nacque il 28 agosto 1898 a Villetelle, frazione del comune e parrocchia di Salettes, diocesi di Puy.
In occasione di una missione predicata da due Redentoristi nella sua parrocchia nel 1910, Jean rispose alla chiamata di Dio che lo voleva missionario. Durante il suo aspirantato ad Uvrier, nel 1917, prese parte alla guerra del 1914; fu valoroso ed allegro soldato, così come era stato buono aspirante.
Fr. Gentes era umile, tranquillo e silenziosio; era allegro senza esuberanza, coraggiosoi soprattutto, sia nel lavoro della sua santificazione che nei compiti esterni che gli venivano affidati. La sua risoluzione consisteva nel cercare il lato faticosa in ogni cosa, imitando in ciò Santa Teresa di Gesù Bambino, alla quale aveva dedicato un culto di predilezione.
Questo tenera e solida pietà gli fece praticare, durante i suoi anni di noviziato e di studendato, la virtù della carità fraterna in un grado più che ordinario. Era attento ad essere ignorato da tutti, preoccupato a non ostacolare nessuno, a fare favore ai suoi confratelli, a rendere bella la vita comune; perciò è restato fino all’ultimo giorno gioviale ed allegro, un vero compagno. Dopo quattro anni passati allo studentato di Attert, Fratello Gentes comprese che Dio lo voleva Redentorista attraverso la sofferenza e, come santa Teresina la sua patrona preferita, sacerdote per desiderio ed apostolo di Gesù per immolazione. I suoi superiori lo mandarono a Varallo, per riprendere la sua salute vacillante.
Un anno dopo, Fr. Gentes rendeva la suo bell’anima a Dio e moriva da Redentorista, amico della preghiera, devoto al SS. Sacramento e alla Santa Vergine Maria. lasciando ai suoi giovani confratelli dello Studentato l’esempio della pietà, dell’affabilità e della docilità. – “Raptus est ne malitia mutaret intellectum ejus”. Sap. 4, 11.
Professione: 10 settembre 1921.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |