23 ottobre
In tempo d’infermità attendano a mantenere fra i patimenti, lo spirito di raccoglimento e di orazione, eccitandosi a brevi ma fervorose giaculatorie e quando non possono attendere alla santa meditazione ed alla lettura della vita dei santi, procurino almeno, col permesso dei superiori, se non vi è difficolà, di farsi leggere da un confratello qualche libro spirituale, specialmente in tempo degli atti comuni, per nutrire e fortificare lo spirito e per accompagnare, almeno col cuore, l’atto che gli altri stanno facendo. (Santa Regola, n. 305 – Roma 1923).
- Ammirabile fu il raccoglimento di S. Alfonso nelle sue infermità. In mezzo ai suoi crudi dolori non lasciava di tenere applicata la sua mente a Dio e praticare i suoi soliti esercizi di pietà. Dio era il primo pensiero nello svegliarsi e Dio l’ultimo nel porsi a letto. Le sue giornate d’infermità erano per lui occasioni di moltiplicare atti d’interrotta sottomissione alla volontà di Dio.
Da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987.
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