Nusshardt Nußhardt Gaspar redentorista

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Fratello Gaspar Nußhardt, C.Ss.R. 1842-1914 – Baviera/Brasile.

Fratello Gaspar Nußhardt, C.Ss.R. 1842-1914.

Il redentorista Fratello Gaspar Nußhardt, 1842-1914, Baviera, Provincia di Monaco, poi Brasile. Fratello di eccezionale ingegno e forza che contribuì moltissimo alla costruzione di strutture comunitarie in Germani, prima, e in Brasile, poi, dove arrivò nel 1895. Dopo 50 anni di lavoro e di preghiera morì a 72 anni.

Dati Ufficiali

  • Cognome = Nußhardt (Nusshardt)
  • Nome = Gaspar
  • Nazionalità = Baviera – (Provincia di Monaco)
  • Nato = 02-Mag-1842
  • Morto = 09-Mag-1914
  • Professione = 15-Ott-1869

Duro e resistente come una noce – è il significato del suo cognome – era il nostro fratello Gaspar. E fu davvero. Forte e sano nell’infanzia, divenne alto, robusto e dotato di una forza da fare invidia ad un trattore.
Entrò in Congregazione dopo una missione predicata dai nostri  nella sua terra. Dopo il noviziato nel 1869, dovette servire nell’esercito, poi ritornò a fare la professione.

Per anni lavorò nelle nostre case tedesche distinguendosi nella costruzione del juniorato di Dürnberg, dove egli fu una vera e propria macchina di lavoro per preparare il terreno, spaccare e trasportare le pietre, scavando fondamenta e costruire pareti. Di notte, non avendo una sua camera, dormiva su un giaciglio di canne, sfidando il freddo e l’umidità, felice di servire la comunità.

Nel 1895 chiese e ottennne il permesso di andare a lavorare in Brasile. Fu stato assegnato a Goiás, su richiesta di Padre Lorenzo Gahr, che conosceva la forza e la disponibilità del Fratello  per qualsiasi lavoro.
Con incredibile dedizione il gigante Gaspar presto costruì una segheria, incanalò un fiume, e cominciò a preparare tavole e travi, tratte da enormi tronchi che egli traeva dal bosco. Il materiale fu usato per la costruzione delle Case di Campinas, Trinidad e delle cappelle limitrofe.

Ingegnò un buon mulino per la produzione di zucchero, scavò una fossa di otto metri di profondità per fornire acqua alla casa e per dare al Convento una buona fattoria, incanalò un fiume per la distanza di nove chilometri per irrigare verdure e alberi. E siccome il viottolo che portava dalla Casa alla Matrice era pessimo, fratello Gaspar aprì un viale di un chilometro, a prova di qualsiasi deflusso di acque.

Inoltre, con tutta la sua forza e la volontà di lavorare, fratello Gaspar era anche un uomo di grande preghiera e di vita interiore. Non ha mai mancato agli atti comuni. La domenica e i giorni festivi, andava da una parte all’altra, in modo da non perdere nessuna delle messe che venivano celebrate.
E con il rosario tra le mani si recava a lavorare nei boschi, al mulino, nella fattoria, dovunque andasse. Il pomeriggio della domenica lo trascorreva nella cappella della Casa, sempre in ginocchio, meditare o fare la Via Crucis. Si interessava al lavoro dei missionari, chiedendo informazioni sul loro ministero.

Aveva già 72 anni quando, in occasione della festa del patrocinio di San Giuseppe, partecipò alla Messa nella Matrice, portò la croce processionale nella processione di chiusura. E poi di nuovo a casa. Ma al momento dell’esame particolare e del pranzo non si presentò. I Confratelli  erano sorpresi, e quando andarono nella sua stanza, lo trovarono disteso a terra, vittima di un collasso.
Lo misero sul letto; egli era ancora cosciente, e con profonda pietà, ricevette gli ultimi sacramenti. Morì alle tre di pomeriggio di sabato 9 maggio 1914, concludendo 50 anni di lavoro e di preghiera.

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