Welyczkowskyj Vasyl redentorista

Beato Vasyl Welyczkowskyj, C.Ss.R. 1903-1973 – Ucraina.

Beato Vasyl Welyczkowskyj, C.Ss.R. 1903-1973.

Il redentorista Beato Vasyl Welyczkowskyj, 1903-1973, Ucraina, Vice-Provincia Ruteniense in Galicia. Grazie alla sua intensa e fervida azione apostolica, si convertirono alla Chiesa cattolica molti laici e alcuni preti ortodossi. Fu consacrato vescovo nel 1963, a Mosca, in una camera d’albergo. Morì in Canada nel 1973 a 70 anni in seguito ad una sostanza velenosa a lento effetto che gli era stata iniettata. E’ un Martire proclamato Beati della Chiesa nel 2001.

Dati ufficiali

  • Cognome = Welyczkowskyj
  • Nome = Vasyl
  • Nazionalità = Ucraina – (Vice-Provincia Ruteniense in Galicia)
  • Nato = 01-Giu-1903
  • Morto = 30-Giu-1973
  • Professione = 29-Ago-1925
  • Sacerdote = 09-Ott-1925
    Vescovo = 04-Feb-1963
  • Beato = 24-Apr-2001

Il beato Vasil Velychkovskyj nacque il 1° giugno 1903 a Stanislaviv (attuale Ivano-Frankivsk). A 15 anni partecipò alla guerra di indipendenza ucraina (1918-1919). Nel 1920 entrò nel seminario di Lviv. Dopo il diaconato entrò nella Congregazione del Ss.mo Redentore.

Con l’ordinazione sacerdotale (9 ottobre 1925) si dedicò per oltre vent’anni alle missioni tra la gente semplice dei villaggi e delle città anche fuori dell’Ucraina Occidentale. Grazie alla sua intensa e fervida azione apostolica, si convertirono alla Chiesa cattolica molti laici e alcuni preti ortodossi. Continuò la sua attività anche durante la prima occupazione sovietica (settembre 1939-giugno 1941).

Tanto era grande la sua fama presso il popolo che il governo non osava toccarlo. L’11 aprile 1945 venne arrestato insieme alla gerarchia greco-cattolica. Il processo si svolse a Kiev e durò quasi due anni, alla fine fu condannato alla fucilazione. Nei tre mesi di attesa dell’esecuzione si dedicò alla cura pastorale dei detenuti. La pena gli fu poi commutata in dieci anni di prigione.

Alla fine dell’autunno 1945 iniziò per il Beato il lungo periodo di lavori forzati in diversi lager. In questo tempo continuò di nascosto a celebrare la liturgica quotidiana. I dieci anni di vita nei lager compromisero seriamente la sua salute.
Liberato nel 1955, ritornò a Lviv, dove svolse clandestinamente l’attività pastorale.
Nel 1959 la Santa Sede lo nominò “Vescovo della Chiesa del silenzio”. Il perdurare della persecuzione permise la consacrazione solo nel 1963, a Mosca, in una camera d’albergo.

Il 2 gennaio 1969 fu arrestato nuovamente e condannato a tre anni di reclusione. Dopo alcuni mesi di prigione, scoprendo che soffriva gravemente di cuore, fu rilasciato.
Arrestato nuovamente, dopo la liberazione, il 27 gennaio 1972, le autorità sovietiche non gli permisero di ritornare a Lviv, ma gli proposero di recarsi dalla sorella in Jugoslavia.
Dopo un breve soggiorno in Jugoslavia si recò a Roma dove fu ricevuto da Paolo VI (8 aprile 1972).
Il 15 giugno 1972 andò a Winnipeg in Canada, dove morì il 30 giugno 1973, all’età di settant’anni. Secondo un testimone, “dopo la morte, i medici hanno provato che, prima della sua partenza per la Jugoslavia, al Beato era stata somministrata una sostanza velenosa a lento effetto, affinché la morte risultasse naturale”.

Una breve testimonianza
P. S. J. Bakhtalovskyj, C.Ss.R., parlando del vescovo Vasyl Vsevolod Velyckovskyj scrive:

Nel tempo libero, nel buio della notte, mentre si è in cammino la mano tocca qualcosa affettuosamente, le labbra mormorano qualcosa… Cos’è? – La corona del santo rosario che la madre gli diede, mentre stava per partire, perché si ricordasse di essere figlio di Maria…”

Profilo tratto da Communicationes n.170,p.1(+4)

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