3 – S. Gerardo Maiella
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.
Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium e dal Proprium C.Ss.R.
- Nascita = 06-apr-1726
- Morte = 16-ott-1755
- Professione Voti = 16-lug-1752
- Beato = 29 gen-1893
- Santo = 11 dic-1904
Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
S. Gerardo Maiella, che i popoli chiamano il Taumaturgo, nacque a Muro Lucano il 6 Aprile 1726.
Dotato di ottimo carattere, fin dalla culla diede indubbi segni della futura santità; infatti alla pratica del digiuno, in cui spiccò tra i coetanei, in determinati giorni si asteneva dal latte materno.
Fanciullo, amò particolarmente cercare luoghi appartati per elevare preghiere, imitare le sacre processioni guidando una schiera di compagni e celebrare tra canti i sacri riti.
Quanto fosse gradito a Dio questo suo zelo religioso lo si può dedurre dal fatto che, un giorno, mentre pregava sia in un giardino che in una chiesa di campagna, Gesù Bambino rese felice Gerardo con una sensibile familiarità e gli consegnò un bianco pane: nel giardino scendendo da un albero luminoso, nella chiesa lasciando le braccia della Vergine.
Fortificato da questo pane, il fanciullo ebbe in tale nausea gli altri cibi e per tre giorni rimase digiuno.
Ad appena sette anni, fortemente innamorato di Dio, chiese di ricevere il pane degli angeli. Non lo poté ottenere dagli uomini per la piccola età; ma l’ ottenne da Dio che, di notte, mandò l’ Arcangelo Michele perché Gerardo gustasse il Suo Corpo santissimo.
Trascorse la fanciullezza, sempre più rinvigorito di giorno in giorno dalla grazia celeste e cominciò, con passosvelto, ad anelare alla perfezione, di cui toccò la vetta con la sua invitta pazienza nelle avversità.
Molto, infatti, dovette soffrire, ma mai si lasciò distogliere dall’ideale della santità.
Dal garzone di un sarto, nel cui laboratorio lavorava per apprendere il mestiere, fu a lungo ferocemente picchiato e tormentato, perché nelle ore libere egli se ne andava in chiesa: non se ne lamentò mai, anzi gli fu sempre molto riconoscente.
Diventato cameriere di un vescovo irascibile e intrattabile, non si può dire quanto abbia sofferto, e in silenzio.
Ma non bastava. Meditando spesso la passione del Cristo, desiderava calcarne le orme a tal punto che si sottopose volontariamente a nuovi e strani supplizi. Spesso chiedeva con insistenza ai compagni e agli amici di essere flagellato con funicelle bagnate; talvolta di essere appeso con la testa all’ingiù, mentre venivano bruciati, sotto il suo naso, stracci umidi; talvolta di essere trascinato per le strade irte di pietra. Questi ed altri terribili supplizi.
Entrato nell’istituto di S. Alfonso si premurò di chiedere ai superiori di non rifiutargli il permesso di torturarsi. Perciò, sebbene impegnato in lavori e in continue questue, non tralasciò mai la pratica del digiuno, del cilicio e del flagello. Gerardo raggiunse il suo scopo: vivere soltanto per Gesù, essere trasformato in sua immagine e desiderarlo sempre. E Gesù, attirando a sé con dolcezza il suo fedele innamorato, si intratteneva con lui affabilmente.
E’ chiamato Taumaturgo per il gran numero di miracoli che, per sua intercessione, furono, ogni giorno, compiuti da Dio.
Durante la sua vita, quando usciva dai conventi per fare la questua, alla quale era stato assegnato, dovunque andasse, era accolto da una folla lieta, per la bellezza delle sue virtù e dei suoi carismi.
Pur essendo un illetterato, era solito spiegare in modo straordinario difficili questioni teologiche; talvolta, estraniandosi dai sensi, si sollevava in alto; leggeva i segreti del cuore; da Dio ebbe il dono delle guarigioni, lo spirito profetico e il potere sui demoni.
Dopo la morte sua, avvenuta il 16 ott. 1755, molti ne sperimentarono l’aiuto nelle avversità, nei pericoli e nelle angustie.
Per annoverarlo tra i Beati la S. Sede approvò 4 miracoli; ed ora, perché gli vengano tributati gli onori dovuti ai Santi sono stati presentati all’esame tre miracoli; si spera perciò che la sua canonizzazione arrivi in porto il più presto possibile con l’ aiuto di Dio.
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