Vangelo e riflessione 34a Domenica_TOC16 Cristo_Re

  L’annuncio della Parola oggi

            • 1. Vangelo e riflessione della Domenica 34ª del Tempo Ordinario-C Cristo Re: “Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno”.
            • 2. Videoriflessione – di padre Giuseppe De Nardi – da Gloria.TV.
            • 3. Video-canto = Christus Vincit  – da Gloria.TV.
            • 4a. Il Papa: siate pazienti nel sopportare e umili nel consigliare – da Gloria.TV.
            • 4b. Gerusalemme: una celebrazione per i 500 anni dalla Riforma – da Gloria.TV.
            • 5. Papa Francesco crea 17 nuovi cardinali- da YouTube.
            • 6. CSSR – Conferenza Redentorista di Europea – da YouTube.
            • 7. Una riflessione di S. Alfonso: Cristo scelse la via del sacrificio per riconciliarci.

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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).

1. Vangelo della domenica –  (Lc 23,35-43)
“Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno”.
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.

2. Video-riflessione su Lc 23,35-43 – di padre Giuseppe De Nardi, parroco di Tiberiade di Koinonia (dur. 07:31) – da Gloria.Tv.

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3. Video-canto Christus Vincit di Gloria Dio Padre (dur. 02:16) – da Gloria.Tv.

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4a. Papa Francesco: Siate pazienti nel sopportare e umili nel consigliare, di Viva il Papa (dur. 02:15) – da Gloria.TV. 

4b. Gerusalemme: una celebrazione per i 500 anni dalla Riforma di Lutero di Franciscan Multimedia Center (03:41) – da Gloria.TV.

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5. Papa Francesco crea 17 nuovi cardinali: ecco chi sono. (dur. 17,55) – Card. Tobin al minuto 12,56- da YouTube.

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6. CSSR –  Conferenza Redentorista di Europea di Scala News (dur.20,18) – da YouTube.

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7. Dalle opere di S. Alfonso – Cristo scelse la via del sacrificio per riconciliarci.

♦ Quando il Verbo divino si offrì a redimere gli uomini, gli si fecero avanti due vie di redimerli, una di gaudio e di gloria, l’altra di pene e di vituperi.
Ma egli che con la sua venuta non solo voleva liberare l’uomo dalla morte eterna, ma anche attirarsi l’amore di tutti i cuori umani, rifiutò la via del gaudio e della gloria, e si elesse quella delle pene e dei vituperi: “in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce (Ebr. 12, 2).
Pertanto al fine di soddisfare per noi la divina giustizia ed insieme per infiammarci del suo santo amore, volle, qual facchino, caricarsi di tutte le nostre colpe; e, morendo su una croce, ottenerci la grazia e la vita beata. Ciò appunto volle esprimere Isaia quando disse: “Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori (Is. 53, 4).
♦  Di ciò vi furono due espresse figure nell’antico Testamento.
La prima figura fu la cerimonia che si usava ogni anno del capro emissario (o espiatorio), sul quale il sommo sacerdote intendeva imporre tutti i peccati del popolo; e così poi tutti, caricandolo di maledizioni, lo cacciavano in una foresta ad esser ivi l’oggetto dell’ira divina.
Quel capro figurava il nostro Redentore che volle da sé caricarsi di tutte le maledizioni da noi meritate per le nostre colpe: “diventando lui stesso maledizione per noi” (Gal. 3, 13), affin di ottenere a noi la benedizione divina.
Quindi scrisse in altro luogo l’Apostolo: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio” (2 Cor. 5, 21).
Spiegano S. Ambrosio e S. Anselmo: quegli ch’era la stessa innocenza si presentò a Dio come fosse lo stesso peccato; insomma si vestì da peccatore e volle addossarsi le pene dovute a noi peccatori, per ottenerci il perdono e renderci giusti appresso Dio.
La seconda figura del sacrificio che Gesù Cristo offrì per noi all’Eterno Padre sulla croce, fu quella del serpente di bronzo affisso ad un legno, a cui guardando gli Ebrei morsicati dai serpi infocati restavano guariti (Num. 21, 8).
Onde poi scrisse S. Giovanni: E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. (Gv. 3, 14-15).

(S. Alfonso, Riflessioni sulla Passione di Gesù Cristo, Capo I, nn. 11-13).
Un link all’originale

Si chiude il Giubileo della Misericordia nel segno di Cristo Re di pace e di amore; nel segno di 17 nuovi cardinali chiamati ad essere collaboratori Papa insieme con gli altri del Collegio cardinalizio; nel segno di poveri ed esclusi che hanno incontrato la misericordia di Dio: " Io di strada ne ho fatta tanta: ho fatto quasi 30 anni di vita per strada. Ma questa strada che mi ha portato davanti al Papa è stata la più bella che mi sia capitata nella vita! L’Anno della Misericordia è anche misericordia con me stessa, come donna. E’ un perdono, perché il Signore mi ama!"
Si chiude il Giubileo della Misericordia nel segno di Cristo Re di pace e di amore; nel segno di 17 nuovi cardinali chiamati ad essere collaboratori Papa insieme con gli altri del Collegio cardinalizio; nel segno di poveri ed esclusi che hanno incontrato la misericordia di Dio: ” Io di strada ne ho fatta tanta: ho fatto quasi 30 anni di vita per strada. Ma questa strada che mi ha portato davanti al Papa è stata la più bella che mi sia capitata nella vita! L’Anno della Misericordia è anche misericordia con me stessa, come donna. E’ un perdono, perché il Signore mi ama!”