S. Alfonso. Le astuzie per digiunare

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350. S. Alfonso. Le astuzie per digiunare.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

350. S. Alfonso. Le astuzie per digiunare.

♦ Quando il vescovo Alfonso si trovava di passaggio in casa di qualche Gentiluomo esercitava mille astuzie per non mangiare: digiuno si metteva a tavola e digiuno si alzava. Ingannava la comitiva in modo che non toccava quasi nulla di quello che gli si presentava, e quel poco che prendeva lo sapeva condire con destrezza con i soliti amaricanti [erbe amare].
♦  Attesta D. Giovanni Manco, che lo ebbe in casa sua in occasione della monacazione di due sorelle: “Il pranzo fu lauto, ma lui restò digiuno. Ora sminuzzava e non toccava i piatti, ora spassandosi, dava dei bocconi a qualche cagnolino; poi, credendo non esser veduto, arrivò ad una pianta di assenzio sulla loggia: se ne provvide e ne gustava i bocconi”.

♦  Non si dava pena se la salsa era insipida; tutto era ben condito per monsignor Liguori. In tanti anni che fu Vescovo non ci fu caso che si fosse lagnato di cosa mal preparata; eppure non mancavano degli incidenti.
Un giorno, stando a tavola, chiese da bere: il servitore invece del vino, prese il boccione dell’aceto: Monsignore bevette senza dimostrare dispiacere neppure col volto. Contemporaneamente chiese da bere anche il Vicario: non appena l’ebbe toccato, montò in furia, si alzò, e scaricò sul servitore un mondo di male parole: era aceto e non vino. E Monsignore non finiva di ridere scusando il servitore.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 72)  Leggi tutto nell’originale.

Quando il vescovo Alfonso si trovava di passaggio in casa di qualche Gentiluomo esercitava mille astuzie per non mangiare: digiuno si metteva a tavola e digiuno si alzava.