336. S. Alfonso. Sposato con madonna povertà.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
336. S. Alfonso. Sposato con madonna povertà.
♦ Siccome lo sfarzo interno porta con se lo sfarzo esterno: così il basso sentire di se stesso non si disgiunge dall’esteriore abbassamento. Le virtù sono tali che una non va disgiunta dall’altra.
Alfonso, che si era proposto Cristo nudo e disprezzato, se lo volle imitare nel disprezzo, non mancò di seguirlo nella povertà delle cose. Le comodità della vita, gli agi, e qualunque pompa esteriore, tutto da lui fu rifiutato.
♥ Il suo vestire era povero ed estremamente dimesso. Diventato Vescovo, ad eccezione della sola veste paonazza, non si avvalse di niente più. La veste vescovile era del fu Monsignor Danza e questa veste paonazza fu tutto il suo nuovo guardaroba in tutti i dodici anni che fu Vescovo in S. Agata.
♥ Tolte le vesti prelatizie che per necessità doveva usare in chiesa quando celebrava i Pontificali, in ogni altro tempo non si avvaleva che della tonaca della sua Congregazione, quanto umile e povera, altrettanto da lui amata e gradita. Questa era la veste con cui compariva Monsignore, e con questa il Vescovo di S. Agata faceva in ogni tempo la sua comparsa. Ma anche questa non era duplicata. Testimonia il Vicario Rubini: “Tanto di vestimenti aveva, quanto ne portava indosso, ma vecchi e rattoppati, cosicché dovendole accomodare, non aveva con che cambiarsi.
- Un giorno era stato a visitarlo D. Giambattista Puoti; avendolo trovato vestito di paonazzo, credeva che dovesse uscire. Gli domandò: “Che, siete di funzione?”. Rispose Monsignore: “No, mi sto rattoppando la sottana!”. Vale a dire che non aveva altra per potersela cambiare.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 71). – Leggi tutto nell’originale.