S. Alfonso. Mensa frugale ma offerta con amore

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291. S. Alfonso. Mensa frugale ma offerta con amore.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

291. S. Alfonso. Mensa frugale ma offerta con amore.

♦ Il Sacerdote D. Salvatore Tramontana frequentava spesso da Napoli Monsignore, perché confidente, e dipendeva da suoi consigli. E quando vi andava, soleva portare o frutti, o qualche poco di pasta fina.
Monsignore vedendo, e volendogli togliere ogni scrupolo, gli disse:

“Quando vieni qua non ti pigliare soggezione: il Vescovo è tenuto all’ospitalità… Se volete venire qui per quattro giorni, mi darete consolazione, ma senza pensare a volermi pagare quel poco di pane che vi mangiate. Pensate, che ne alloggio tanti alla giornata”.

Povera era la mensa e frugale; cioè non si alterava l’ordinario quando non c’erano persone di particolar rispetto. Ed essendovi taluni di questi, Monsignore voleva che a tavola si desse un piatto di più, anche ai familiari: “Le bocche sono tutte sorelle; e non è bene che uno mangi e l’altro sia spettatore!”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 68)  Leggi tutto nell’originale.

La mensa del vescovo ordinariamente era frugale; e quando veniva qualche ospite di riguardo si passava qualcosa in più, ma anche ai familiari: “Le bocche sono tutte sorelle; e non è bene che uno mangi e l’altro sia spettatore!”