S. Alfonso. Gli ammalati in stato di peccato

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276. S. Alfonso. Gli ammalati in stato di peccato.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

276. S. Alfonso. Gli ammalati in stato di peccato.

♦ Curioso è quello accadde a Monsignore Alfonso con un infermo.

  • L’Episcopio in Arienzo è situato dirimpetto alla Collegiata. Un giorno Alfonso sentì uscire il Viatico e chiese chi era per comunicarsi; gli risposero che si trattava di Peccatore. In sentir questo Alfonso si racapriccia e si disturba, credendolo, perché chiamato tale, famoso nell’iniquità.
    Chiamò e volle sapere che segni avesse dato per degnarlo del Viatico. Gli disse il Canonico D. Ambrosio: “Si chiama così, ma è buon uomo”. Non restò persuaso Monsignore. Storpio qual’era si strascinò alla casa dell’infermo; esaminò il di lui stato, e lo trovò uomo dabbene, che aveva frequentato anche i Sacramenti. Respirò in sentir questo, l’animò maggiormente alla rassegnazione, si disse disponibile per qualunque bisogno, e benedicendolo, tutto contento fece ritorno a palazzo.

♦ Sentendo che era stato ferito a morte un giovanetto contadino, si portò subito a visitarlo, lo confortò, e lo dispose a perdonare il nemico.

  • E soppravvivendo molti giorni, giornalmente lo visitava, mandando anche il vitto non solo per lui, ma per tutta la famiglia. Morto che fu, indusse la madre, che era vedova, a voler fare la remissione all’uccisore. Compiacendosi di quest’atto di carità, assegnò alla medesima un tanto il mese. Una figlia però, ossia sorella del morto, ostinata non volle fare la remissione. Monsignore, volendola guadagnare, dopo la morte del fratello, fu a trovarla in casa la prima e seconda volta. Poi, vedendola dura, con suo sommo rammarico, non la considerò più. Anzi l’ultima volta a terrore degli altri, la maledisse in nome di Dio.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 67)  Leggi tutto nell’originale.

Un giovane contadino era stato ferito a morte. Alfonso si portò subito a visitarlo, lo confortò, e lo dispose a perdonare il nemico. Poi, fino a che il ferito morì, ogni giorno lo visitava, mandando il vitto non solo per lui, ma per tutta la famiglia.